La Lituania entra nell’euro. Dal primo gennaio 2015 l’eurozona si arricchisce di un nuovo piccolo stato la cui popolazione non raggiunge i 3 milioni di abitanti. E’ l’ultima delle tre Repubbliche baltiche ad abbandonare la propria valuta nazionale, la Litas, e a fare il suo ingresso nella moneta comune, dopo l’Estonia (2011) e la Lettonia (2014) sancendo il distacco con la Russia colonizzatrice dei tempi della ex U.R.S.S. “L’entrata nell’Euro – spiega il banchiere centrale di Vilnius, Vitas Vasiliauskas – e’ uno strumento per approfondire la nostra integrazione europea: più vicini siamo all’Occidente, più lontani siamo dall’Est”.

Anche se la Lituania, dipende ancora in misura non secondaria dall’economia della Russia.   La Lituania ha un debito/pil al 39% e il deficit è sotto controllo   La Lituania, alla vigilia dell’ingresso nell’euro, è portata a modello da Bruxelles perché da matricola, quanto a risultati economici, ha messo in riga tutti i grandi d’Europa. Il debito pubblico (39% sul Pil) è inferiore a quello di tutti i grandi paesi dell’eurozona, il Pil cresce rapidamente e il divario con i Big si riduce, mentre il deficit è sotto controllo (2,8%). Non ultimo, per il presidente della Bce, Mario Draghi, Vilnius “ha dato una efficace lezione a tutti gli altri”. Tuttavia non è tutto oro quel che luccica e dietro a strepitosi successi si nascondono sempre grandi sacrifici. Così il miracolo economico della Lituania non poteva non essere accompagnato da un miglioramento propedeutico delle finanze e dei conti pubblici. Il governo di Vilnius è stato costretto negli ultimi quattro anni a fare tagli massicci alla spesa dello Stato, come la riduzione del 30% della spesa pubblica che ha comportato salari ridotti del 20/30%, pensioni tagliate dell’11%. Provvedimenti accompagnati anche da un aumento delle tasse: dagli alcolici, ai medicinali, alle imposte sul reddito delle imprese (dal 15 al 20%) e l’Iva (dal 18 al 21%).
Il rigore non ha scatenato proteste come in Grecia e Spagna, ma ha avuto comunque un impatto tremendo sulla società lituana con un alto tasso di disoccupazione (14%)     Obbligazioni Repubblica di Lituania più sicure dei Btp   [fumettoforumright]A fronte di tali sacrifici, i numeri di Vilnius sono invidiabili e il debito pubblico è considerato dagli analisti fra i più sicuri dei paesi periferici. Fitch attribuisce rating A- , mentre Standard & Poor’s BBB con prospettive di miglioramento. Quindi un gradino sopra a quello italiano. Valutazioni che sono ben riscontrabili nei prezzi delle obbligazioni lituane e che hanno visto un deciso apprezzamento durante il 2014. A titolo di esempio, il bond governativo da 500 milioni di euro lanciato lo scorso mese di gennaio, con cedola 3,375% e scadenza 2024 (XS1020300288 ) è passato dal prezzo di emissione di 99,29 agli attuali 115,50 punti (+16%) e al momento offre un rendimento pari al 1,56%. A parità di durata, il Btp italiano paga uno yield di 40 bp superiore. A tre anni dal rimborso, addirittura, le obbligazioni della Repubblica lituana rendono come i nostri Bot annuali: il titolo Lituania 4,85% 2018 (XS0327304001 ) offre infatti un rendimento intorno allo 0,50% I prezzi sono sostenuti anche dalle aspettative della Bce che presto acquisterà titoli di stato dell’area euro, compresi quelli lituani quindi, ma tale beneficio è insito anche nei Btp italiani e dei titoli appartenenti agli altri stati membri. Più generosa, invece, l’obbligazione in dollari, emessa nel 2010 per due miliardi, che offre un rendimento del 3% a fronte di una cedola high yield pari al 7,375% (XS0485991417 ).     La Lituania è fra i paesi periferici più virtuosi   Colpita da una terribile crisi nel 2009, con il prodotto interno lordo calato di quasi il 15 per cento, la Lituania ha saputo ritrovare la strada della ripresa, tanto che quest’anno la sua economia dovrebbe crescere del 3,5 per cento.
Da quando la Lituania è uscita dal guado (oggi ha un rapporto deficit/pil del 2,8%), ha saputo attrarre investimenti pubblici e privati. Le agenzie di rating internazionali Fitch e Standard & Poor’s hanno alzato la valutazione del Paese dopo la decisione dell’Ecofin a Bruxelles che ha definitivamente dato il via libera all’ingresso della Lituania nell’eurozona. Secondo gli analisti, la Lituania non è più un paese a rischio, anzi, grazie alle riforme intraprese e al drastico taglio della spesa pubblica le sue finanze sono più sicure fra quelle dei paesi periferici europei. L’ingresso nell’unione monetaria europea ridurrà ulteriormente il rischio paese e Vilnius acquisirà maggiore flessibilità in ambito monetario per fronteggiare eventuali crisi di liquidità. L’outlook sul paese è al momento positivo, e non è escluso che presto la Lettonia possa anche entrare a far parte del club dei paesi europei più virtuosi (per Fitch lo è già), come asserito dagli analisti di Moody’s che, elogiando i progressi fatti dal governo, ha già fatto sapere che l’incremento delle esportazioni, grazie anche alla moneta unica, contribuirà già nel 2015 a migliorare ulteriormente il quadro finanziario interno. Crisi russa e ucraina permettendo.   La crescita del pil è minacciata dalle sanzioni imposte alla Russia     Nonostante i notevoli progressi economici e finanziari fin qui raggiunti dalla Lituania, la minaccia della crisi economica scoppiata a est potrebbe comprometterne la tenuta. L’ultimo documento di previsione della Banca centrale conferma infatti il deterioramento del contesto esterno al Paese per effetto della crisi ucraina e del peggioramento delle prospettive per l’economia russa e dei Paesi circostanti. Pur con un buon andamento della domanda interna, le prospettive della domanda estera risentono delle restrizioni commerciali imposte dalla Russia ed impongono alla Banca centrale una revisione delle previsioni di crescita (+2,9% nel 2014 e +3,3% nel 2015, rispetto a precedenti previsioni del 3,3 e 3,6). Particolarmente attivo il settore delle costruzioni e immobiliare. Rispetto all’anno scorso, il valore degli immobili a Vilnius e Kaunas sarebbe cresciuto del 20%.
Molte famiglie hanno deciso, in vista della prossima introduzione dell’euro, di investire nel settore immobiliare, piuttosto che convertire i propri risparmi nella nuova valuta.     Per FMI il Pil lituano crescerà di oltre il 3% nel 2015   Tuttavia, le restrizioni imposte da Mosca a partire dallo scorso agosto sui prodotti agroalimentari UE avranno un impatto su circa un quinto dell’export totale lituano verso la Russia, per un valore di circa 860mln/euro pari al 4% dell’export totale lituano. La perdita in termini di Pil è stimata intorno allo 0,4%. Particolarmente esposto i settori lattiero-caseario e della carne (un decimo della produzione dei due settori si dirige verso la Russia) e quello della logistica, che offre servizi di magazzinaggio e trasporto merci per il mercato russo. Il Governo ha deliberato diverse misure di sostegno per riorientare le esportazioni verso altri mercati, nella prospettiva di una ripresa delle economie UE. Contenute le previsioni inflazionistiche: 0,4% nel 2014 e 1,2% nel 2015. Una missione del Fondo monetario internazionale (FMI) ha visitato Vilnius nel mese di ottobre 2014 per discutere gli sviluppi economici e le politiche governative con le autorità lituane. Secondo gli esperti del Fondo, il sistema economico presenta una sostanziale tenuta, nonostante il difficile contesto esterno, e consente previsioni di crescita del 2,9% per il 2014 e del 3.1% nel 2015.