Nei giorni scorsi, l’agenzia di rating S&P ha promosso i bond della Grecia, alzandone il rating di un gradino da BB a BB+. L’istituto ha lodato le riforme economiche realizzate dal governo conservatore di Kyriakos Mitsotakis. A questo punto, il debito sovrano ellenico è valutato a un solo gradino sotto il livello “investment grade”. Ad Atene basterà una promozione per consentire alla BCE di acquistare i suoi titoli di stato con il “quantitative easing”. Sebbene il programma monetario stia per essere cessato, in fase di reinvestimento delle scadenze i bond della Grecia troverebbero spazio e su di essi si riverserebbero miliardi di euro di domanda.

Bond Grecia 2027 riaperto con successo

Intanto, nella giornata di ieri il Tesoro ha riaperto il bond emesso per la prima volta nel 2020 e con scadenza iniziale di 7 anni. Ha così raccolto 1,5 miliardi di euro. Il rendimento è salito dal 2% di allora al 2,4%, stando a quanto riportato dal ministro delle Finanze, Christos Staikouras. Un rialzo scontato, date le mutate condizioni sui mercati, ma che il paese ha potuto salutare con soddisfazione, confermando l’appeal della Grecia tra gli investitori.

Il governo dispone di riserve liquide per 35 miliardi di euro, sufficienti a consentire al paese di onorare le scadenze e affrontare eventuali imprevisti nel breve e medio termine. Con la riapertura del bond di ieri, la cui durata residua è scesa sotto i 5 anni, il programma di emissioni per quest’anno è stato in gran parte completato.

Rischi del debito ellenico

I rendimenti sovrani ellenici, comunque, sono in forte rialzo da mesi, in linea con il trend generale sui mercati. Pensate che il bond a 30 anni, scadenza 24 gennaio 2052 e cedola 1,875% (ISIN: GR013801783) offre oggi oltre il 4,10%. Si compra sul mercato secondario sotto i 70 centesimi. Fu emesso poco più di un anno fa a un rendimento in area 1,9%.

Se considerate che il trentennale italiano rende intorno al 3,33%, capite che parliamo di un premio di almeno 80 punti base. Abbastanza ghiotto per non farci caso. E’ vero, la Grecia ha dovuto ristrutturare il suo debito nel 2012, evitando il default solo formalmente. Presenta un rapporto debito/PIL al 200%, il più alto nell’Eurozona.

Tuttavia, se davvero dubitiamo su un nuovo evento creditizio avverso agli obbligazionisti, ci sarebbero pochi motivi per non farci un pensierino. Certo, andremmo incontro anche a un rischio di liquidità, dato che il mercato sovrano ellenico è caratterizzato da pochi scambi e questo sarebbe un problema per i titoli lunghi, per i quali i disinvestimenti anticipati sono la norma.

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