Anche la Germania aiuterà gli stati in difficoltà, ma metterà a disposizione al massimo 190 miliardi di euro e solo se il Parlamento tedesco sarà d’accordo si potrà alzare. La Bce, invece, potrà sostenere le finanze tricolori comprando solo titoli di stato con durata massima di tre anni, il che non serve quasi a niente, dato che lo spread viene misurato sulle lunghezze decennali e il debito italiano è caricato per due terzi sui Btp. Questo in sintesi è ciò che è emerso dalle tanto attese riunioni  ai vertici finanziari europei dell’ultima settimana alle quali solo la stampa italiana ha dato una rilevanza esagerato.

Forse che qualcuno si aspettava qualche sorpresa? Quante illusioni infarcite di belle barole dai vertici istituzionali e dalle autorità monetarie. Tutto era già stato stabilito a tavolino ai piani alti della politica (tedesca). Si sapeva già che la Germania non avrebbe aiutato i paesi indebitati del sud Europa senza ottenere in cambio il controllo sulle loro finanze e la capacità di spesa e, soprattutto, su una classe di politici ormai al tramonto  e incuranti degli interessi del paese.

 

ESM e Bce hanno le mani legate. Per l’Italia, non è cambiato nulla

 

 

Sia Tremonti che Monti hanno per mesi sbandierato orgogliosamente a Bruxelles e a Francoforte il vanto che l’Italia è l’unico paese che può sfoggiare un avanzo primario di oltre 16 miliardi di euro, pari all’1% del Pil. Uno spechietto per le allodole, come l’hanno definito gli economisti inglesi. Per fortuna che in Europa non hanno dato peso a questo dato e il risultato è che l’ESM (il fondo salvastati) e la Bce si ritrovano ancora con le mani legate e devono sottostare ai diktat dei paesi virtuosi, quelli che non intendono prestare soldi all’Italia e alla Spagna senza riforme radicali del sistema.

L’avanzo primario del bilancio statale italiano altro non è che la differenza fra la spesa pubblica e le entrate tributarie ed extra-tributarie,  esclusi però gli interessi da pagare sul debito. In altre parole l’avanzo primario è  la somma disponibile per pagare gli interessi sul debito pubblico (BOT, CCT, ecc.) ed eventualmente per ridurne l’ammontare. Che cosa significa questo? Significa che se la spesa per interessi sul debito pubblico italiano nel 2013 sarà almeno di 80 miliardi e che se la durata media di tale debito è di 6,5 anni (66% in Btp) la Bce non può intervenire e i 16 miliardi di avanzo primario del 2012 basteranno a coprire solo la quinta parte della spesa per interessi. C’è poco di cui andare fieri.

 

Il commissariamento dell’Italia è inevitabile. E’ solo una questione di tempo

 

Ma l’Italia è uno dei pochi paesi ad avere un saldo primario attivo e in crescita, meglio anche della Germania – continua a dire il premier Monti, insieme a tutti quei politici che stanno cercando una soluzione per sopravvivere alle prossime elezioni dietro alla sua ombra -. Ma allora perché tutti comprano titoli tedeschi e non italiani, e lo“spread” tra i nostri titoli e i loro non torna di botto a 150-200 punti, dove è stato per anni? Perché, al contrario di quello che dice Monti, questo non protegge l’Italia dal vero problema, che è la bassa crescita economica causata anche dall’alta pressione fiscale (l?italia è il fanalino d’Europa secondo id ati Ocse). Con un debito pubblico molto più alto del Pil, e un rapporto che ha superato il 120% – nonostante l’avanzo primario a cui si aggrappa Monti – il debito continua ad aumentare (causa interessi che paghiamo) più del Pil. In questo senso, le dichiarazioni del Ministro Grilli al forum Ambrosetti di Cernobbio sono lo specchio della realtà: l’Italia non chiederà l’intervento del fondo salva-stati per ora.

Questo significa che tale intervento è già programmato semplicemente perché è inevitabile, pena il crollo dei prezzi del Btp, quelli per i quali la Bce non potrà intervenire con il suo sostegno illimitato. E non sarà nemmeno la (s)vendita del patrimonio pubblico ad abbattere i 2.000 miliardi di euro accumulati tanto allegramente negli anni in cui si aiutava la Fiat a vendere auto o i palazzinari a costruire case. Dove sono finiti questi grandi evasori?