E’ giunta a conclusione, a sorpresa e traumaticamente, l’era del premier socialista Antonio Costa alla guida del governo portoghese. Dopo otto anni, ha rassegnato le dimissioni martedì pomeriggio, a seguito di un’indagine per corruzione che ha portato all’arresto del capo dello staff e che lo sta riguardando personalmente. Il caso riguarda diversi progetti per l’estrazione del litio nel nord del paese. Malgrado la tempesta politica, i bond del Portogallo non ne stanno risentendo. Lo spread con i Bund della Germania resta in area 70 punti base, praticamente 110 punti più basso che in Italia.

Il rendimento decennale viaggia al 3,37% mentre scriviamo contro il 4,51% del BTp. Era impensabile fino a qualche anno fa. Ormai da tempo Lisbona fa meglio di tutto il resto del Sud Europa sul mercato sovrano.

Il “regno” di Costa dal 1015

Anche l’arrivo di Costa al governo avvenne a sorpresa. Era la fine del 2015 e le elezioni politiche avevano esitato una sorta di impasse tra il centro-destra del premier uscente Pedro Passos-Coelho e il fronte di sinistra. Il leader socialista riuscì ad allearsi con comunisti e ambientalisti, ottenendo la maggioranza in Parlamento. Contrariamente ai timori iniziali, si mostrò subito abile nel non smantellare le politiche di austerità fiscale del predecessore, i quali iniziavano proprio in quei mesi a dare i loro primi frutti. I bond del Portogallo proseguirono la fase positiva fino a diventare vere stars sui mercati.

Soltanto due anni fa c’erano state elezioni anticipate dopo che alcuni alleati di Costa non avevano votato il bilancio. Il voto vide il trionfo del premier socialista. Stavolta, la situazione è diversa. Il partito è rimasto senza guida e, soprattutto, c’è un bilancio ancora da approvare. Esso contiene diverse misure, tra cui l’eliminazione dei vantaggi fiscali per gli stranieri residenti nel paese, compresi i pensionati per gli assegni esteri, il taglio delle tasse per i contribuenti e la vendita del 51% di TAP, la compagnia di bandiera nazionale.

Quest’ultima operazione farebbe introitare allo stato 1 miliardo di euro.

Boom PIL e bilancio in attivo

Negli ultimi mesi, Costa stava cercando di rivedere alcune sue politiche, accusate dai cittadini di avere fatto lievitare il costo della vita, soprattutto delle case e nei centri turistici. Tra questi l’esenzione prima totale e poi parziale delle pensioni straniere per dieci anni e la “flat tax” del 25% sui redditi degli stranieri residenti. Il paese ha attirato diverse migliaia di expat negli anni, i quali hanno fatto esplodere a volte i prezzi delle case in luoghi come Lisbona e nelle località marine. Tuttavia, quelle misure hanno contribuito ad accelerare la crescita economica, che a sua volta ha permesso la riduzione del rapporto debito/PIL, atteso sotto il 105% nel 2024. Già quest’anno il paese registrerà un nuovo avanzo di bilancio, il primo dopo il 2019 e il secondo in mezzo secolo di storia.

I bond del Portogallo, tuttavia, non dovrebbero accusare granché il colpo. Se anche il partito di Costa perdesse le elezioni, il prossimo governo sarebbe guidato dal Partito Social-Democratico, una formazione di centro-destra con a capo Luis Montenegro, favorevole al business e alle riforme economiche strutturali. L’unica incertezza riguarderebbe l’eventuale coinvolgimento di Chega, formazione dell’ultra-destra e possibile ago della bilancia nel prossimo Parlamento. Da considerare, poi, che le agenzie di rating assegnato al debito lusitano giudizi lusinghieri: BBB+ per S&P, A- per Fitch e Baa2 per Moody’s.

Rischi futuri per bond Portogallo

C’è anche da dire che la crisi politica rallenterà le erogazioni dei fondi europei con il Pnrr. Lisbona ha ottenuto solo 2,7 miliardi ad oggi sui 22 miliardi da spendere entro il 2026. Già è in ritardo sulle misure da implementare per ottenere il resto del denaro.

Inoltre, dalle estrazioni del litio, l’idrogeno verde e le piattaforme eoliche off-shore Costa sosteneva che avrebbe attirato 60 miliardi di euro di investimenti, perlopiù stranieri, nei prossimi anni. Trattasi di un quarto dell’attuale PIL. In pratica, se è vero che i bond del Portogallo non avrebbero ragione immediata di cedere sui mercati, bisogna stare attenti alle conseguenze di questa crisi politica, nonché alle sue stesse cause. La crescita nei prossimi trimestri potrebbe rallentare e i prezzi dei titoli di stato potrebbero risultare sopravvalutati, date le condizioni.

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