L’annuncio era arrivato nei giorni scorsi e ieri in Giappone c’è stata l’emissione di un interessante “junk bond” denominato in dollari USA. Il collocamento è stato di Rakuten, primaria società tecnologica attiva sul mercato della telefonia mobile. Il titolo ha una durata di tre anni, è senior o ordinario, “non callable” e il suo importo è stato aumentato da 1 a 1,75 miliardi di dollari nel corso dell’operazione. I proventi raccolti serviranno a finanziare il riacquisto di obbligazioni in scadenza quest’anno, anche se la società ha precisato ieri che tutte le obbligazioni proprie potranno essere oggetto di buyback.

Si definiscono gergalmente “junk bond” i titoli del debito societari o governativi con rating “non investment grade”, cioè che posseggono giudizi insufficienti e, pertanto, risultano essere ad alto rischio di credito. Nel caso di Rakuten, S&P assegna loro il rating BB, mentre R&I si mostra più generosa con BBB e, addirittura, Japan Credit Rating Agency dà loro un A-.

Junk bond ad alto rischio

Sta di fatto che il junk bond nipponico offre una cedola a dir poco interessante del 12,25%. E poiché ad alti tassi corrispondono alti rischi, traiamo la conferma che l’investimento non sia per cuori deboli. Il fatto curioso è che in Giappone il mercato “high yield” è tipicamente arido. Le emissioni sono rare, perché gli investitori domestici, specie individuali, hanno una scarsa propensione ad impiegare i capitali in titoli percepiti dalla restituzione del capitale dubbia.

Nello specifico, Rakuten possiede debiti per 1.500 miliardi di yen, qualcosa come circa 9,4 miliardi di euro. Di questi, oltre la metà (800 miliardi) arrivano a scadenza entro il 2025. Il mercato è in apprensione per il rischio che la società non sia in grado di adempiere alle scadenze brevi. Per questo, ha reagito positivamente alla notizia del nuovo junk bond in arrivo. Servirà ad allungare la durata media del debito e a scansare il rischio di default.

Rischio default più lontano

La situazione finanziaria resta preoccupante. Nell’anno al 30 settembre scorso, il bilancio maturava una perdita netta di 323,24 miliardi di yen (2,02 miliardi di euro) su ricavi per 2.054,41 miliardi (12,84 miliardi di euro), calcolati al tasso di cambio di ieri. Rakuten è attiva su un mercato maturo, dove gli investimenti richiesti sono ingenti e i margini molto esigui per via dell’alta concorrenza. Per migliorare i conti, ha proceduto alla quotazione in borsa della sua unità bancaria, alla vendita di asset e all’emissione di nuove azioni. Il junk bond rientra, quindi, in una più ampia strategia per accrescere le risorse con cui fronteggiare i debiti.

Uno dei titoli oggetto di riacquisto sarà la scadenza del 30 novembre 2024 con cedola 10,25% (ISIN: USJ64264AC82), anch’essa in dollari, che all’attuale quotazione di quasi 103 offre un rendimento superiore al 6,70%. L’altra scadenza del 27 novembre prossimo (ISIN: XS2080765154) quota a 98 centesimi, a fronte di una cedola del 3,546%. Il rendimento risulta appena sotto il 6,15%. Insieme, i due junk bond assorbono tutti gli 1,75 miliardi incassati con l’emissione di ieri. Il mercato potrebbe tirare un sospiro di sollievo. Un evento creditizio avverso per i prossimi mesi sarebbe scongiurato.

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