Alcuni definiscono lo Sri Lanka la lacrima dell’India, altri la terra dei sorrisi. Due facce della stessa medaglia di un paese in forte espansione economica, ma anche travagliato da una lunga guerra civile durata più di un quarto di secolo, terminata solo nel 2009. Da allora, mentre l’Occidente sprofondava in una delle peggiori crisi economiche del nuovo secolo, lo Sri Lanka ha iniziato a crescere vertiginosamente, quasi a voler recuperare quel gap con gli altri paesi del mondo che la guerra civile ha allargato nel corso degli anni.

Così oggi la capitale Colombo è in grado di mostrare al mondo la prosperità del paese, la sua vertiginosa crescita economica e le immense potenzialità per i futuri investitori. Nel 2013 lo Sri Lanka ha guadagnato il titolo di miglior destinazione turistica della Lonely Planet. Già nel 2009, la borsa valori di Colombo emerse come miglior mercato del mondo. Nel 2011 il prodotto interno lordo dell’isola è cresciuto dell’8%. La disoccupazione è bassa, l’inflazione è sotto controllo, il paese è sulla buona strada verso il raggiungimento degli obiettivi del millennio fissati per il 2015 dalle Nazioni Unite nel campo dell’istruzione, della salute e dell’eradicazione della povertà.

 

Sri Lanka, la futura Hong Kong indiana

 

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Grazie alla sua strategica posizione geografica, a un passo dall’India e dalla Cina, lo Sri Lanka è oggi al centro della nuova “via della seta”. Intendendo con questo termine il crocevia dei numerosi affari commerciali che si sonderanno intorno all’isola, strategicamente posizionata nell’oceano indiano. La Hong Kong indiana. Così HSBC Private Bank aveva definito, per potenzialità di sviluppo, lo Sri Lanka. Secondo quanto dichiarano gli analisti del noto istituto di credito, infatti, l’economia dell’area sta subendo un rimbalzo definito “spettacolare”, dopo aver registrato un forte rallentamento nel 2010, e dopo aver passato, tra alti e bassi, ben trent’anni di conflitti civili.

Il settore portuale e aeroportuale è inoltre destinato a un rapido sviluppo, grazie alla posizione strategica dell’isola vicina alle rotte oceaniche che uniscono l’Europa ai paesi asiatici in forte espansione. Un’autostrada che collega la capitale Colombo all’aeroporto è stata inaugurata recentemente in tempi record. Lo Sri Lanka è candidato per essere un hub commerciale di impareggiabile valore, potendosi proporre come una via di scambio tra la vicina India (l’isola dista circa 30 chilometri dal subcontinente, a sua volta una delle zone più attraenti per gli investimenti esteri) e il resto del mondo.

 

Obbligazioni Sri Lanka 6,25% 2020 e 5,875% 2022

 

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Come investire in Sri Lanka? A parte i bond domestici, accessibili solo agli intermediari qualificati, sul mercato internazionale sono presenti due titoli di stato in dollari, emessi per ripagare aiuti internazionali del Fondo Monetario, che offrono rendimenti interessanti. Il primo, collocato nel 2010 per 1 miliardo di dollari offre un rendimento lordo a scadenza (ottobre 2020) del 6,70%. Negoziabile per tagli minimi da 100.000 dollari in su, il bond governativo Sri Lanka 2020 paga una cedola fissa su base semestrale pari al 6,25% (Isin USY2029SAF12) e viene trattato intorno a 99%. Leggermente più a sconto il bond Sri Lanka 5,875% 2022 (Isin USY2029SAH77) emesso nel 2012, sempre per un miliardo di dollari, e negoziabile intorno a 93,50 per un rendimento lordo a scadenza del 7,15%. Da notare che lo Sri Lanka fa parte dei paesi inclusi nella cosi detta “white list” (stati  a fiscalità privilegiata ma  aperti allo scambio di informazioni con gli atri Stati) per il quale vi è un’imposizione fiscale sugli interessi del 12,50% anziché del 20%. Il rating dello Sri Lanka è B+ secondo i canoni di Standard & Poor’s e B1 per Moody’s con out look stabile per entrambe le agenzie internazionali. Benché l’economia dello Sri Lanka sia in piena espansione, gli analisti americani mantengono una view prudenziale poiché la liquidità esterna rimane fortemente esposta alle tensioni dei mercati internazionali.

Entro il 2015, lo Sri Lanka – secondo le previsioni degli analisti – sarà indebitato per il 120% verso finanziatori esterni e il rapporto debito/pil potrebbe superare il 100%. [fumettoforumright]Di contro, le riserve del paese sono al momento deboli e la politica fiscale è inefficiente (né potrebbe essere altrimenti a pochi anni dalla fine del conflitto interno) a compensarne il declino. Nel 2012 –precisa Mody’s – le riserve statali della piccola repubblica sono scese a 5,5 miliardi di dollari, da 8,1 di sette mesi prima, e nel 2013 dovrebbero essersi attestate intorno a 3,3 miliardi di dollari con un deficit statale che sta a 6,9 miliardi. Un rallentamento della crescita dello Sri Lanka è quindi il rischio maggiore, in attesa che sia il debito che il deficit vengano messi sotto controllo dalle autorità governative, anche se, al momento pericoli all’orizzonte non ce ne dovrebbero essere. Per il  2014 e 2015 ci si attende una crescita confermata intorno al 6-7% del Pil.