La settimana si è aperta all’insegna della stabilità per il mercato sovrano italiano. I rendimenti dei titoli di stato decennali si aggirano intorno al 3,90% e lo spread con il Bund di pari durata resta in area 140 punti base o 1,40%. Pesano positivamente le parole pronunciate nelle scorse ore dal governatore della Banca di Francia, François Villeroy de Galhau, secondo cui il taglio dei tassi di interesse nell’Eurozona ci dovrà essere a giugno, indipendentemente dalla volatilità delle quotazioni del petrolio.

E un’altra notizia depone a favore di chi intende investire in BTp. Stando agli ultimi dati dell’Associazione bancaria italiana, a febbraio il portafoglio dei titoli di stato delle banche italiane ammontava a 349,6 miliardi di euro, in ripresa di 1,8 miliardi rispetto al mese precedente.

Fuga con l’aumento dei tassi

Le banche italiane da tempo riducono i titoli di stato iscritti a bilancio, perlopiù mettendo in atto una strategia passiva. Man mano che questi arrivano a scadenza, non li rinnovano. Ciò avviene perché i rendimenti dagli inizi del 2022 sono aumentati e i prezzi scesi. Con l’aumento dei tassi di interesse da parte della Banca Centrale Europea (BCE) è diventato nel frattempo più conveniente prestare denaro a famiglie e imprese. I margini degli istituti sono lievitati e con essi i profitti. Tutto il contrario dei lunghi anni precedenti, quando i tassi stavano a zero.

Per fortuna, per il Tesoro ci sono state i risparmiatori italiani ad avere più che soppiantato le banche tra gli acquirenti. E gli stessi investitori stranieri sono tornati sul mercato italiano. Solamente nell’ultimo anno, infatti, le banche italiane hanno ridotto di 37,8 miliardi i titoli di stato in portafoglio e dalla fine del 2021 di 41,4 miliardi. Ma starebbero tornando ad investire in BTp. La ragione è semplice: i tassi hanno smesso di salire, anzi si attende un loro primo taglio ufficiale a giugno.

I prezzi dall’ottobre scorso hanno recuperato buona parte delle perdite accusate nell’anno e mezzo precedente. I rendimenti sono nel frattempo scesi.

Banche tornano ad investire in BTp

Agli istituti ora torna a convenire di investire in BTp, specie sul tratto lungo della curva. In questo modo, potranno approfittare dei loro apprezzamenti futuri e, intanto, inserire a bilancio asset con rendimenti ancora alti. Questa è una buona notizia per le famiglie, che negli ultimi tempi hanno fatto incetta di bond sovrani. Un ritorno delle banche offre ulteriore sostegno ai prezzi e consentirà loro di disinvestire nei prossimi mesi, ove lo volessero, portando a casa un guadagno.

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