Le ultime settimane hanno visto una parziale risalita dei mercati obbligazionari, sebbene le perdite accusate quest’anno non siano state granché recuperate. Ad approfittare dell’apparente inversione di tendenza (temporanea?) sono stati particolarmente i bond a lunga scadenza. Avendo una maggiore “duration”, risultano più sensibili alle variazioni dei tassi di mercato. Ci sono stati casi eclatanti di guadagni impensabili su un mercato avanzato in così breve tempo. E’ il caso del Gilt 22 ottobre 2073 e cedola 1,125% (ISIN: GB00BLBDX619).

Boom dei Gilt da Truss a Sunak

Sui titoli di stato britannici dobbiamo aprire una parentesi.

Il Regno Unito è stato investito da una tempesta finanziaria tra il mese di settembre e ottobre, in coincidenza con la presentazione della nuova legge di bilancio. Il governo dell’ex premier Liz Truss aveva varato misure in deficit per centinaia di miliardi di sterline, tra cui 45 dedicati al taglio delle tasse. I rendimenti sovrani esplosero al punto da costringere la Banca d’Inghilterra ad intervenire tornando a riacquistare bond a lunga scadenza.

Verso la fine di settembre, il Gilt 2073 quotava ad appena 32 centesimi. Il rendimento era schizzato sopra 4,65%. Le tensioni portarono alle dimissioni la neo-premier dopo appena un mese e mezzo di governo. Poco prima aveva licenziato il ministro dell’Economia. Sarà succeduta da Rushi Sunak, a sua volta ex responsabile dell’Economia. Varerà una manovra impostata sull’austerità fiscale e per questo gradita ai mercati. Il Gilt 2073 è così salito più di quanto sarebbe accaduto in assenza degli accadimenti legati alla politica interna. Il resto lo ha fatto la bassissima cedola, che accentua la sensibilità del prezzo rispetto ai tassi.

Rally bond a lunga scadenza a fine corsa?

La scorsa settimana, questo bond a lunga scadenza di Sua Maestà sfiorava i 57,50 centesimi di quotazione. Il rendimento era sceso sotto il 2,75%. La variazione è stata di quasi l’80% per la sola quotazione.

Nel frattempo, poi, la sterlina ha recuperato terreno contro valute come euro e dollaro, passando da 1,12 a 1,15 contro la prima. Infine, l’obbligazionista ha potuto incassare cedole relative a due mesi di possesso del titolo. Il conto finale è sbalorditivo: 84,5%. Questo sarebbe stato il rendimento lordo incassato in un bimestre scarso grazie al rally del Gilt a 50 anni.

Per intenderci, se aveste acquistato il bond a lunga scadenza per 10.000 sterline in termini nominali, alla fine della settimana scorsa vi sareste ritrovato in portafoglio un asset dal valore di 5.744 sterline. Al cambio, sareste passati da circa 3.592 a oltre 6.605 euro. Più una ventina di euro per le cedole. Ora, stiamo parlando di un trend spettacolare e al contempo peculiare. Il rally globale si è accompagnato nello specifico a questioni nazionali. Sunak piace a chi investe, mentre Truss aveva intaccato la credibilità fiscale di Londra. I guadagni potrebbero essere finiti per il momento. Resta lo stupore per numeri così importanti.

[email protected]