L’anno scorso, Kreditanstalt fuer Wiederaufbau (KfW) emise un green bond denominato in pesos messicani per l’importo di 1 miliardo, pari a 45,7 milioni di euro al cambio odierno. La Cassa depositi e prestiti ha così voluto raccogliere capitali per contribuire alla transizione ecologica in Germania, attirandoli dall’estero grazie all’alta cedola offerta: 4,4%. Il titolo ha scadenza 25 luglio 2025 (ISIN: XS2291329030) e presenta un rischio di credito sostanzialmente nullo. Si tratta di un ente controllato dallo stato federale e dai Laender tedeschi e l’obbligazione è garantita proprio dalla Repubblica Federale Tedesca.

Rating tripla A, a conferma di quanto scritto.

Tuttavia, la cedola così alta non è stata fissata per niente. L’obbligazionista s’imbatte qui nel rischio di cambio, che si ha nel momento in cui l’euro dovesse apprezzarsi contro il peso messicano. Ed è questa la ragione per cui KfW ha voluto rifinanziarsi nella valuta emergente, ossia per attirare ordini tra gli investitori stranieri e al contempo puntare su bassi costi di raccolta dei capitali con il deprezzamento atteso del cambio messicano.

Green bond, numeri positivi da inizio anno

Fatto sta che ieri il green bond ha chiuso sul MoT di Borsa Italiana a una quotazione di 87 centesimi, corrispondente al rendimento lordo del 9,56%. Quest’anno, perde quasi il 5%, visto che aveva debuttato nel 2022 in area 91,50 centesimi. Tuttavia, il peso messicano contro l’euro ha messo a segno un guadagno di oltre il 6%. Pertanto, chi avesse acquistato il titolo l’1 gennaio scorso, ad oggi non avrebbe perso alcunché, anzi maturerebbe un piccolo guadagno. Ad esso dobbiamo aggiungere anche il rateo attivo della cedola, pari a circa l’1,17%.

Non è detto, però, che il green bond esiti risultati positivi anche nel prossimo futuro. A parte che il mercato obbligazionario sta subendo forti perdite ovunque, il principale rischio continua ad essere il tasso di cambio.

La banca centrale messicana ha fissato i tassi d’interesse a marzo al 6,5%. Per tenere il passo con la Federal Reserve, dovrebbe continuare ad alzarli nei prossimi mesi. Al momento, con un’inflazione salita al 7,45%, i tassi reali restano negativi, ma solo dello 0,95%. Negli USA lo sono del 7,4% e nell’Eurozona del 7,5%.

Gli stessi rendimenti sovrani messicani si mostrano allettanti: decennale a +1,45% in termini reali contro il -5,2% degli USA e il -6,6% della Germania. Questi dati contribuiscono a sostenere il cambio del Messico, anche se in prospettiva le cose contro l’euro potrebbero andare diversamente, quando la BCE inizierà ad alzare i tassi. E da qui alla scadenza del green bond appare quasi certo che ciò avverrà. In un certo senso, l’apprezzamento del peso negli ultimi mesi rischia di essere del tutto compensato dalle perdite.

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