Il colosso energetico russo Gazprom ha provveduto nella giornata di ieri a pagare agli obbligazionisti 1,3 miliardi di dollari per il bond in scadenza e denominato in valuta americana. La notizia ha in un certo senso colto di sorpresa il mercato, dato che per decreto presidenziale al gigante del gas sarebbe stato consentito anche di pagare in rubli.

E’ stato così evitato il default tecnico, che sarebbe scattato nel caso in cui il bond Gazprom non fosse stato pagato per l’impossibilità materiale dell’azienda di reperire la valuta estera presso la Banca di Russia.

Le riserve valutarie sono stati, infatti, “congelate” dall’Occidente in larga parte. Di fatto, a Mosca non resterebbe che vendere oro per entrare in possesso di dollari, euro, etc. Tuttavia, anche il metallo è stato fatto oggetto di embargo. E, comunque, monetizzarlo nell’immediato risulta difficile.

I bond Gazprom sono collassati nelle ultime settimane, scontando la guerra con l’Ucraina poi realmente scoppiata. In sei mesi, le obbligazioni in scadenza nell’aprile 2034 e con cedola 8,625% (ISIN: XS0191754729), anch’esse in dollari USA, si sono dimezzate di valore sul mercato secondario, scendendo ai 76,42 centesimi di ieri. A questo prezzo, offrono un rendimento lordo del 13,82%.

Bond Gazprom appetibili, ma anche no

Gazprom ha prodotto nel 2021 514,8 miliardi di metri cubi di gas, esportandone 185,1 miliardi. Ha così fatturato 116,7 miliardi di dollari, maturando un risultato ante-imposte e al lordo degli interessi (EBIT) di 33,14 miliardi. Pensate, però, che ai prezzi attuali del gas sul mercato europeo, riuscirebbe ad incassare fino a 1.200 miliardi in un anno se vendesse l’intero gas a tali quotazioni.

Gas e petrolio russi non sono sotto embargo dell’Occidente, sebbene l’America stia pensando di imporlo senza coinvolgere gli alleati europei, essendo questi dipendenti dall’energia di Mosca. Le sanzioni sin qui adottate colpiscono i bond Gazprom: quelli di nuova emissione non potranno essere acquistati dagli investitori occidentali, neppure sul mercato secondario.

Non esiste alcun divieto esplicito, invece, per quelli emessi prima di questo mese. Dunque, in teoria i problemi di liquidità degli scambi riguarderanno le nuove emissioni, sempre che ve ne saranno in queste condizioni.

I fondamentali societari sarebbero in sé positivi e tali da rendere i bond Gazprom appetibili ai prezzi vigenti. Ma le tensioni geopolitiche non autorizzano a colpi di testa, anche perché la guerra russo-ucraina potrebbe durare a lungo, rendendo definitivo l’isolamento finanziario della Russia. Peraltro, Mosca ha imposto controlli sui capitali, che nei fatti stanno impedendo agli investitori stranieri di rivendere gli asset detenuti. Nel frattempo, i fondi internazionali, tra cui BlackRock, stanno abbandonando la Russia per sottrarsi all’embargo.

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