L’avvicinarsi della fine della guerra in Libia riaccende gli appetiti degli investitori, non solo verso le società italiane che hanno interessi diretti nello stato africano, ma anche verso il colosso russo Gazprom. Prima dello scoppio della guerra, infatti, il leader mondiale per la distribuzione del gas s’era offerto di acquistare tutte le risorse libiche destinate all’esportazione, ma gli americani interpretarono questo gesto come il tentativo russo di controllare ulteriormente il mercato energetico europeo (e quindi i prezzi) anche attraverso la realizzazione, sempre in Libia, di un gasdotto che porterà l’oro blu dalla Nigeria al Mar Mediterraneo.

Un progetto che Gheddafi aveva autorizzato solo ad ENI (in partnership con Gazprom) ed escludendo di fatto le altre superpotenze occidentali. Da qui l’attacco della Nato alla Libia. Le ambizioni di Gazprom erano chiare sin dall’inizio, e ora che la guerra sta per finire la realizzazione del gasdotto potrà riprendere il suo corso, anche se il controllo del mercato del gas adesso dovrà necessariamente coinvolgere anche gli altri colossi energetici europei, primi fra tutti Total e British Petroleum, storicamente esclusi dal mercato libico. Dalla partita ne uscirà comunque vincente Gazprom che nel frattempo ha sopperito al calo di forniture di gas libico verso l’Europa potenziando la trasmissione del combustibile russo sulla propria rete, ma in cambio di contratti più onerosi rispetto a quelli del 2009, al punto che la tedesca E.On si è trovata in difficoltà ad onorare gli accordi col monopolista russo e sta licenziano personale. E il futuro si annuncia radioso per Gazprom, come ha detto agli azionisti il presidente della società Alexei Miller durante l’ultima assemblea a Mosca commentando i risultati del primo trimestre 2011 in cui ha illustrato come le consegne di gas sui mercati esteri sia cresciuta del 26% rispetto al corrispondente periodo del 2010 e che gli sviluppi della situazione politica attuale in Medio Oriente hanno aumentato l’attrattiva per la realizzazione di South Stream.
 

RENDIMENTI OBBLIGAZIONARI GAZPROM

Dal punto di vista dei rendimenti obbligazionari dei maggiori players internazionali del settore energetico, Gazprom è sicuramente quella che offre rendimenti superiori fino a un paio di punti, rispetto ad ENI, Total, BP, ecc. Benché il rating della multinazionale russa (Fitch BBB, Moody’s Baa1, Standard & Poor’s BBB) non renda giustizia del merito creditizio – come sostengono gli analisti -, Gazprom, in considerazione del suo posizionamento strategico in Europa e del ruolo sempre più predominante a livello continentale quale braccio armato della Russia nella partita delle forniture energetiche europee, meriterebbe sicuramente ben altro riconoscimento. A livello di conti, il colosso russo vanta un rapporto debito/ebitda molto basso, vicino all’1,5% e prevede un incremento dell’ebitda del 20-25% a quota 58 miliardi di dollari per l’intero 2011 a fronte anche di investimenti nella rete di distribuzione per oltre 40 miliardi grazie anche un buon flusso di cassa. Ragion per cui i conti di Gazprom non hanno nulla da invidiare alle multinazionali energetiche europee, soprattutto in un momento di contrazione dei consumi di materie prime nei paesi industrializzati. Le emissioni sono prevalentemente in dollari, ma ve ne sono anche in euro, in sterline e in rubli (per un approfondimento, si può dare un’occhiata qui: http://www.gazprom.com/investors/bonds). Interessante fra le emissioni in euro, ad esempio, è il bond da 1,2 miliardi 2018 senior, negoziabile su EuroTLX con cedola annuale al 6,605% che al momento rende oltre il 5% annuo lordo. Di tutto rispetto anche l’emissione decennale da 2,2 miliardi di dollari al 9,25% con cedola semestrale e scadenza 2019 che offre un rendimento del 5,2%, e ha il vantaggio dell’opzione put esercitabile dal 23 Aprile 2012 che permette agli investitori di riscattare i bond anticipatamente.

Più generose appaiono, invece, le emissioni domestiche in rubli che arrivano a sfiorare l’8% di rendimento annuo, ma ovviamente bisogna calcolare anche il rischio cambio con una valuta locale particolarmente condizionata da un elevato tasso d’inflazione. In un’ottica di prolungati bassi tassi d’interesse sia negli stati Uniti che in Europa, l’investimento in obbligazioni con scadenze lunghe non dovrebbe comportare particolari variazioni di rendimento rispetto ai valori attuali, tuttavia, per limitare il rischio si possono prendere in considerazione anche scadenze più brevi, comunque sempre più redditizie della concorrenza. Maggiori informazioni sulle obbligazioni Gazprom con le caratteristiche principali si possono trovare qui: http://www.trust.ru/investment/analitika/interactive/tn/cnt/russia_gaz_oil_info2.html  

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