La Romania ha emesso il suo primo Eurobond dell’anno e lo ha fatto attraverso due tranche a 12 e 20 anni. In tutto, il governo di Bucarest ha così raccolto 3,5 miliardi di euro, di cui 2 miliardi per la scadenza a 12 anni e 1,5 miliardi per quella ventennale. La prima offre cedola del 2% e alla fine ha esitato un rendimento del 2,104%. La seconda offre cedola del 2,75% e ha esitato un rendimento del 2,773%. Questo significa che entrambe le tranche sono state emesse di poco sotto la pari.

Alta la domanda per l’Eurobond, arrivata da 380 investitori e che ha sfiorato i 10 miliardi. Stando al ministro delle Finanze, Alexandru Nazare, i capitali raccolti serviranno sia a finanziare il deficit di bilancio legato alla lotta contro la pandemia, sia a rinnovare debito in scadenza. Gran parte delle richieste è arrivata da Gran Bretagna e Irlanda, i cui investitori hanno inciso rispettivamente per il 37% e il 45%. I fund manager hanno fatto la parte del leone con il 63% e 62% rispettivamente.

Eurobond Romania, premio dell’1,35%

Da inizio anno ad oggi, Bucarest ha emesso titoli di stato per 19 miliardi di lei (4,9 miliardi di euro) e altri 1,48 miliardi di euro a breve termine, cioè con scadenza inferiore ai 12 mesi. Ad ogni modo, l’Eurobond è stato un indubbio successo. Abbastanza allettanti i rendimenti, perché il 2,10% per una durata di 12 anni e il 2,77% per una di 20 anni sono ormai livelli desueti nell’Eurozona. Tenete presente che nei giorni scorsi il Tesoro italiano ha emesso un nuovo BTp a 50 anni a meno del 2,20%. Ed è stato anche troppo per i livelli dell’area.

Facendo un confronto tra l’Eurobond rumeno e i titoli di stato italiani, ci accorgiamo che entrambe le tranche ci offrirebbero un premio di 135 punti base. Infatti, i rendimenti italiani si attestano rispettivamente allo 0,75% e all’1,43% sulle due scadenze. E qui non andremmo incontro ad alcun rischio di cambio, trattandosi di titoli denominati in euro.

Resta il fatto che i rating rumeni siano medio-bassi, similmente a quelli italiani: BBB- per S&P e Fitch, Baa3 per Moody’s. Dunque, anche Bucarest balla a ridosso dell’area “junk”, pur detenendo un rapporto debito/PIL in area 50%, meno di un terzo dei livelli nostrani.

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