Da domani saranno in offerta nuove obbligazioni retail di Cassa depositi e prestiti (CDP). Il collocamento inizia martedì 7 novembre alle ore 9.00 e si concluderà giorno 27 di questo mese alle ore 13.00, salvo chiusura anticipata. Il bond in oggetto sarà formalmente emesso in data 4 dicembre 2023 e arriverà a scadenza il 4 dicembre 2029 (ISIN: IT0005568719). Dunque, l’investimento ha una durata di sei anni e produrrà interessi a partire dal prossimo 4 dicembre, che sarà anche la data di regolamento, cioè alla quale gli investitori dovranno pagare gli importi prenotati.

Il lotto minimo acquistabile è fissato a 1.000 euro, per cui parliamo di un investimento alla portata di tutte le tasche. In effetti, le nuove obbligazioni CDP sono rivolte esclusivamente alle persone fisiche residenti in Italia, cioè alle famiglie. Prendendo spunto dal successo delle emissioni retail del Tesoro, l’ente da questi controllato intende raccogliere risorse fresche da destinare agli investimenti a favore del sistema produttivo nazionale. A tale proposito, l’importo massimo è fissato in 1,5 miliardi di euro, fermo restando che l’emittente potrà decidere di innalzarlo fino a 2 miliardi. Il collocamento potrà essere chiuso in anticipo al raggiungimento di prenotazioni per un controvalore pari al massimo stabilito.

Condizioni dell’emissione retail

E veniamo adesso alle condizioni offerte dalle obbligazioni CDP. Per i primi tre anni, le cedole saranno fisse e pari al 5% del capitale nominale per i primi tre anni. La loro corresponsione avverrà su base trimestrale e a partire dal prossimo 4 marzo 2024. Per i successivi tre anni, invece, le cedole diverranno variabili e saranno pari al tasso Euribor a 3 mesi rilevato due giorni lavorativi antecedenti l’inizio di ogni periodo cedolare, aumentato di un margine minimo dello 0,90%. Entro cinque giorni dalla chiusura del collocamento sarà reso noto il margine minimo definitivo, in ogni caso non inferiore allo 0,90%.

Questo significa che le nuove obbligazioni CDP rappresentano sostanzialmente una sorta di scommessa sul futuro andamento dei tassi di mercato.

C’è da dire che gli investitori godranno di un paracadute, visto che la cedola minima non potrà scendere sottozero. Viceversa, non è stato previsto alcun “cap”, cioè non ci sarà un limite massimo. Considerando che venerdì scorso l’Euribor a 3 mesi fosse pari al 3,956% e ipotizzando che questo valore rimanga fisso fino al termine dell’investimento (scenario molto irrealistico), le cedole annualizzate dal quarto al sesto anno sarebbero pari al 4,856%, incluso il margine minimo dello 0,90%. A titolo di confronto, il BTp a 6 anni offre attualmente intorno al 4% lordo.

Ecco i rischi delle obbligazioni CDP

A queste condizioni, le obbligazioni CDP offrirebbero un rendimento medio lordo alla scadenza di poco inferiore al 5% annuo. Al netto dell’imposizione fiscale del 12,50% (di favore, esattamente come per i titoli di stato), scenderebbe a poco più del 4,30%. Il bond si rivela interessante, anche perché il rischio di credito è estremamente basso. CDP è un ente controllato dal Tesoro e il suo debito possiamo considerarlo a tutti gli effetti quasi-sovrano. Ciò non significa che l’investimento sia privo di rischi. C’è la possibilità che l’Euribor a 3 mesi scenda fino ad azzerare il valore delle cedole variabili, nel quale caso e nello scenario peggiore il rendimento annuo medio lordo si ridurrebbe al 2,50%.

Infine, se volessimo rivendere le obbligazioni CDP prima della scadenza, ci esporremmo al rischio di quotazione. Se risultasse superiore al suo valore di acquisto o emissione, riporteremmo un guadagno, viceversa una perdita in conto capitale. In uno scenario di inflazione italiana medio-bassa, come attesa dal mercato per il medio-lungo periodo, l’investimento riuscirebbe a prospettarsi favorevole anche con rendimenti netti medi in area 2% all’anno. Ma se l’inflazione fosse stata sottostimata, le valutazioni cambierebbero in negativo.

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