Il mese di gennaio si concluderà con un’asta di titoli di stato per l’importo tra un minimo di 7,5 e un massimo di 9 miliardi di euro. Il Tesoro offrirà per l’occasione tre bond. Vediamoli nel dettaglio:

  • BTp 01 aprile 2028, cedola 3,40% (ISIN: IT0005521981), seconda tranche, 3,5-4 miliardi;
  • BTp 01 maggio 2033, cedola 4,40% (ISIN: IT0005518128), quinta tranche, 3-3,5 miliardi;
  • CcTeu 15 aprile 2026, cedola Euribor 6 mesi + spread 0,50% (ISIN: IT0005428617), 1-1,5 miliardi.

BTp a 10 anni prossimo benchmark

I tre suddetti titoli di stato presentano la durata residua di circa 5, 10 e 3 anni rispettivamente.

La cedola più alta la offre il BTp a 10 anni, che sul Mercato obbligazionario Telematico di Borsa Italiana quota a poco più di 102. Il rendimento lordo alla scadenza sfiora il 4,20%. Si tratta del prossimo “benchmark”, cioè del titolo di stato di riferimento per il tratto decennale in Italia. Una buona opportunità d’investimento, che semmai per le famiglie presenta l’unico difetto di essere un po’ troppo duraturo.

In genere, il tratto della curva preferito dall’investitore retail è quello tra 3 e 7 anni. In esso vi rientra perfettamente il BTp 2028, che scade tra poco più di 5 anni. La cedola del 3,40% è interessante e in più si compra sotto la pari, ad un prezzo di circa 99,35 centesimi. Ciò porta il rendimento lordo a quasi il 3,60%. Se l’inflazione italiana scendesse verso il target BCE del 2% già nel triennio in corso, questo bond ci offrirebbe un rendimento reale netto non negativo. In sostanza, ci proteggerebbe dalla perdita del potere di acquisto.

CcTeu scommessa sui tassi

Infine, il CcTeu a 3 anni. Stacca una cedola pari all’Euribor a 6 mesi aumentato dello 0,50%. Il valore dell’Euribor a cui si fa riferimento è quello vigente due giorni di mercato prima dell’inizio di ciascun periodo cedolare. Attualmente, si stima che offra circa il 3,45% lordo all’anno e quota sostanzialmente alla pari. L’ultimo Euribor a 6 mesi rilevato è del 2,93%.

Era del -0,54% all’inizio dello scorso anno. Il repentino rialzo si deve alla stretta sui tassi BCE, a sua volta conseguenza dell’impennata dell’inflazione.

Il CcTeu può considerarsi un modo per scommettere sul futuro andamento dei tassi d’interesse, ma va maneggiato con cura. Prevedere le condizioni monetarie nel medio-lungo termine è roba da analisti raffinati e, soprattutto, dipende da variabili spesso ignote nel momento dell’analisi. Tra l’altro, possiamo ipotizzare che il grosso dell’aumento l’Euribor lo abbia già accusato. Nel corso dei prossimi tre anni c’è persino il rischio che scenda, riducendo il valore della cedola del CcTeu e il rendimento percepito dall’obbligazionista.

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