Banche sempre più nel mirino dell’opinione pubblica. I dati dell’Unione Europea dimostrano che la remunerazione dei conti deposito a favore dei risparmiatori è salita in media appena del 20% rispetto all’aumento dei tassi d’interesse praticato dalla banca centrale. In Italia, è stato del 10%. A maggio, i tassi erano fermi allo 0,68% contro lo 0,32% di un anno prima. Peccato che nel frattempo i tassi di riferimento nell’Eurozona siano esplosi da 0 al 3,75%. E a maggio sono stati portati al 4%, mentre quasi certamente saranno al 4,25% a fine luglio.

Per fortuna esiste un’alternativa, pur con caratteristiche differenti, per i risparmiatori. Sono i covered bond. Ne sono stati emessi per 175 miliardi di euro nel primo semestre dell’anno, una cifra record e che supera anche i livelli dello stesso periodo nel 2011.

I covered bond sono obbligazioni bancarie garantite. Molti non ne avranno mai sentito parlare ed è un peccato, dato che risultano appetibili proprio per coloro che sono tendenzialmente avversi al rischio. Si tratta di debiti emessi dalle banche, ma coperti da asset. Questi sono separati contabilmente dal resto del patrimonio dell’istituto. Nel caso di rischi, gli asset serviranno proprio a coprire i pagamenti. In genere, i covered bond sono coperti da mutui ipotecari e godono di rating altissimi, spesso la tripla A.

Negli anni passati, queste emissioni furono poco frequenti e poco interessanti sul piano dei rendimenti offerti. La storia è cambiata di recente, quando la Banca Centrale Europea (BCE) ha iniziato a chiudere i rubinetti della liquidità. Francoforte ha smesso di acquistare tra gli asset i covered bond, facendone scendere i prezzi e favorendone un aumento dei rendimenti. Inoltre, le banche hanno iniziato gradualmente a restituire i prestiti ricevuti in pandemia sottocosto. Parliamo di quasi 2.100 miliardi di euro ottenuti con le aste T-Ltro fino a tre anni. Parte dei rimborsi stanno avvenendo proprio con emissioni di covered bond.

Covered bond, emissioni a tassi in salita

La scorsa settimana, Banca ICCREA ha raccolto 500 milioni di euro contro ordini per 750 milioni. Il titolo in questione ha durata di 5 anni e mezzo, scadenza 17 gennaio 2029, offre cedola 3,875% ed è stato prezzato a 99,707 centesimi per un rendimento del 3,937% (ISIN: IT0005555112). Il limite di questa emissione è stato il taglio minimo di 100.000 euro, incrementabile con multipli di 1.000. Rating Aa3 per Moody’s. Di fatto, è stato rivolto agli investitori istituzionali.

A giugno, anche Unicredit aveva riaperto questo mercato con un’emissione dual tranche a 3,5 e 7 anni per complessivi 3 miliardi. La scadenza più corta offre cedola del 3,375% e l’altra del 3,50%. Tutto questo mentre i conti deposito continuano ad offrire interessi miserrimi. Gli strumenti sono tra di loro differenti, ma il grado di sicurezza per gli investitori resta in ogni caso elevato.

C’è un’altra garanzia a favore degli obbligazionisti. I covered bond non partecipano alle perdite nel caso di bail-in. E i rischi? L’aumento dei tassi tende a colpire il valore di mercato degli asset sottostanti, compresi quelli immobiliari. In teoria, la garanzia potrebbe deprezzarsi fino ad annullarsi. Parliamo, tuttavia, di uno scenario estremo, non contemplato dalle previsioni anche prudenziali di questa fase. Inoltre, le banche emettono covered bond per un importo sempre nettamente inferiore al valore degli asset usati come garanzia. Si riservano, cioè, di un margine per fronteggiare i rischi. Infine, il collaterale è composto da asset qualitativamente elevati, cioè a basso rischio di credito.

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