Nuova emissione obbligazionaria per Cassa depositi e prestiti (Cdp), che torna sul mercato primario con l’emissione di un bond in dollari Usa. E’ il primo a distanza di un anno. Nell’aprile del 2023, l’ente del Tesoro emise un titolo cosiddetto denominato in valuta statunitense per la prima volta nella sua storia. L’obiettivo fu, evidentemente, di attirare capitali da Oltreoceano e di diversificare così le fonti di approvvigionamento per i suoi capitali. Ieri, l’offerta è stata di 1,5 miliardi, a fronte di ordini record per 9,9 miliardi di dollari da parte di circa 190 investitori.

L’80% è stato assegnato agli investitori esteri e quelli residenti negli Stati Uniti hanno fatto la parte del leone con il 55%.

Caratteristiche del bond in dollari di Cdp

Il secondo bond in dollari di Cdp ha una durata di cinque anni ed è un senior unsecured. In poche parole, si tratta di un’emissione dalle caratteristiche ordinarie. Ieri, le prime indicazioni di prezzo davano il rendimento a +170 punti base o +1,70% sul T-bond degli Stati Uniti di pari durata. Nel corso del collocamento, la guidance è stata ridotta a +155 punti o +1,55%. Al termine dell’operazione, portata avanti da Bank of America, Goldman Sachs, Bnp Paribas, Citigroup, Imi-Intesa Sanpaolo, JP Morgan, Santander, Societe Generale e Unicredit, il rendimento esitato sarebbe stato in area 6,10%. Il premio rispetto ai titoli di stato statunitensi è risultato di 145 punti. La cedola è stata fissata al 5,875%.

Confronto con primo Yankee Bond

L’emissione dello scorso anno fu ribattezzata yankee bond e la durata iniziale fissata a 3 anni con scadenza in data 5 maggio del 2026. Avvenne per l’importo di 1 miliardo di dollari contro richieste per 3,8 miliardi. La cedola venne fissata al 5,75% (ISIN: XS2616750563). Il rendimento attuale è del 6,76%, dell’1,77% più alto dell’omologo bond sovrano emesso da Washington.

Rating in linea con i BTp

I bond di Cdp, compresi quelli denominati in dollari Usa, godono di un trattamento fiscale di favore.

I loro rendimenti sono sottoposti a tassazione del 12,50% contro il 26% di quella ordinaria e alla stregua dei titoli di stato. Il rischio di credito è sostanzialmente considerato lo stesso per i BTp. I rating delle principali agenzie internazionali lo confermano: BBB per S&P e Fitch, Baa3 per Moody’s. Non potrebbe essere diversamente. L’ente è per l’82,77% del capitale in mano al Tesoro, per cui si tratta di una società statale.

Bond Cdp in dollari prezza rischio di cambio

L’investitore si assume il rischio di cambio con l’acquisto dei bond Cdp in dollari Usa. In effetti, ciò spiega il maggiore rendimento offerto rispetto alle emissioni in euro. Basti pensare che il Social Bond con scadenza 11 febbraio 2030 e cedola 1% (ISIN: IT0005399586) offre attualmente un rendimento inferiore al 3,30%, pur a fronte di una durata di quasi dieci mesi più alta. C’è anche una scadenza in euro del 4 dicembre 2029 (ISIN: IT0005568719), ma con cedola legata all’Euribor a 3 mesi successivamente al 4 dicembre del 2026. Offre un rendimento quasi del 2,85% al netto del tasso di riferimento.

Se il cambio euro-dollaro dovesse deprezzarsi entro la scadenza o la previa data di disinvestimento, il bond in dollari di Cdp vedrebbe il proprio rendimento effettivo diminuire per gli investitori dell’Area Euro. Può persino accadere che esso scenda sottozero nel caso in cui il maggiore rendimento nominale offerto in media all’anno risultasse inferiore all’indebolimento della valuta americana contro la moneta unica.

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