La compagnia di crociere Carnival ha emesso nella giornata di ieri nuove obbligazioni secured per 2,4 miliardi di dollari. Si tratta di nuovo debito “spazzatura”, contratto per rifinanziare quello emesso nella primavera dello scorso anno al tasso d’interesse monstre dell’11,5% e per una durata di appena 3 anni.

Le obbligazioni sono state collocate sul mercato con cedola del 4% e una scadenza a 7 anni. Tutto un altro clima rispetto all’anno scorso, quando il debito spazzatura tra gli investitori era diventato il reietto della situazione con l’arrivo della pandemia.

Invece, gli obbligazionisti in possesso dei titoli emessi ad altissimo costo per Carnival hanno accettato le nuove obbligazioni per un controvalore di 2,4 miliardi di dollari. Sono stati ripagati a una quotazione di 114,25 per le offerte accettate entro il 19 luglio. C’è tempo fino al 2 agosto per accettare a 112,5. E oggi, alla Borsa di Francoforte viaggiano a un prezzo di 112,82%, offrendo un rendimento lordo del 3,6%.

Rischi del nuovo debito spazzatura

Il buy-back è stato possibile grazie all’allentamento delle tensioni sui mercati. Il debito spazzatura negli USA rende al momento circa il 4,2%, ma nelle scorse sedute era arrivato a un minimo del 3,90%. All’apice delle tensioni di un anno fa, arrivò a offrire l’11,40% in media. In particolare, le compagnie di crociere hanno risentito e continuano a risentire negativamente della pandemia, avendo dovuto del tutto fermare il business.

Ma quest’anno Carnival in borsa sale di oltre l’11% sull’ottimismo per il buon esito delle vaccinazioni sui contagi. Tuttavia, la variante Delta minaccia la ripartenza del settore turistico. I rischi insiti nelle nuove obbligazioni appaiono, pertanto, ugualmente elevati. Dobbiamo anche tenere in considerazione che si tratti di debito spazzatura denominato in dollari, per cui ci infliggerebbe perdite nel caso di variazioni negative dell’euro contro il biglietto verde. Infine, attenzione alla liquidità degli scambi. Questo genere di bond non sempre è negoziato sufficientemente sui mercati, accentuando il rischio di volatilità dei prezzi.

[email protected]