Gli interessi sui vecchi Buoni Fruttiferi Postali (BFP) vanno corrisposti in pieno. Lo ha stabilito una sentenza del Tribunale di Cassino dopo il ricorso di alcuni risparmiatori che avevano fatto causa alle poste.

Più precisamente, i BFP emessi da Poste Italiane dal 1974 al 1986 per una durata media di 30 anni, appartenenti alle Serie M,N,P e O, che maturavano interessi annui a doppia cifra in virtù delle previsioni di crescita dell’inflazione in Italia in quegli anni, devono essere rimborsati in base alle condizioni riportate sul retro degli stessi Buoni Postali, al netto della ritenuta fiscale vigente.

Molti risparmiatori avevano, infatti, sottoscritto i BFP in quegli anni  confidando in una generosa remunerazione del capitale a scadenza, ma col passare degli anni e con la discesa dei tassi d’interesse, Poste Italiane avrebbe cominciato a perdere soldi. Così, grazie a una legge retroattiva emessa nel 1986, lo Stato consentiva all’emittente di “allineare” il rendimento dei vecchi BFP al tasso d’inflazione pari al 4,2%.

BFB: risparmiatori fanno causa alle Poste

Molti risparmiatori fecero causa e la Corte di Cassazione riconobbe loro il diritto agli interessi pieni, ma Poste Italiane continuò a corrispondere interessi minorati sui BFP che passavano di volta in volta all’incasso confidando spesso nell’ignoranza dei risparmiatori che, magari, nel frattempo erano deceduti e i titoli erano passati in mano agli eredi. Salvo, poi, vedersi gli uffici subissati dai ricorsi dei risparmiatori. Una situazione diventata col tempo esplosiva e che penalizzava fortemente i risparmiatori che sottoscrissero in particolare i Buoni Fruttiferi della Serie O, quella che rendeva di più.

Ora, alla luce della sentenza del Giudice di Cassino (che dovrà però passare in giudicato), altri risparmiatori che avevano sottoscritto BFP all’epoca e che hanno già incassato i Buoni con interessi dimezzati, potranno proporre ricorso alle Poste facendo leva su un precedente di diritto.

Ragioni riconosciute dieci anni fa anche dalla Cassazione senza però mettere un punto alle cause sulla liquidazione degli interessi. Punto che ha messo il tribunale di Cassino: Poste paghi i rendimenti che si impegnò a riconoscere al momento dell’emissione.