Oggi è giornata di pagamento per ben sei titoli di stato indicizzati all’inflazione Eurostat. Uno di questi è il BTp€i 15 settembre 2026 (ISIN: IT0004735152), che fu emesso nel 2011 con una scadenza iniziale di 15 anni. Il Ministero di economia e finanze ha reso nota la cedola semestrale staccata alla data odierna, la quale sarà pari a 19,705925 euro per ogni 1.000 euro di capitale nominale investito. Il tasso d’interesse lordo decorre dalla data di godimento del 15 settembre 2022. Dunque, la cedola del semestre in scadenza oggi è pari a circa l’1,97%.

Essa risulta già comprensiva della rivalutazione legata al tasso d’inflazione Eurostat. In effetti, la cedola annuale reale del BTp€i 2026 è del 3,10%, cioè pari all’1,55% ogni sei mesi. Questo significa, quindi, che siamo dinnanzi a una rivalutazione superiore al 27%.

Cerchiamo di capire meglio come funziona. I BTp€i sono titoli di stato indicizzati all’inflazione dell’Area Euro, non a quella italiana come per i BTp Italia. Inoltre, essi rivalutano il capitale tutto alla scadenza, non ogni sei mesi. Per questo motivo, quando si acquista un bond del genere sul mercato secondario i prezzi possono risultare profondamente diversi da quelli scaturiti dalla sola quotazione. Facciamo l’esempio del BTp€i 2026, che attualmente sul MoT di Borsa Italiana si compra a 107,59. A questa quotazione corrisponde un rendimento reale in area 0,90%. Esso si confronta con il 3,70% offerto dai BTp con cedola fissa di simile durata. Ciò implica che il tasso d’inflazione Eurostat scontato dagli obbligazionisti è mediamente del 2,80% per i prossimi tre anni e mezzo.

BTp€i 2026, rivalutazione capitale da data di emissione

Per acquistare 1.000 euro nominali di BTp€i 2026, in teoria dovremmo spendere 1.075,90 euro sulla base della suddetta quotazione. In realtà, dobbiamo ancora moltiplicare tale prezzo per 1,27135 per ottenere il capitale rivalutato dalla data di emissione fino ad oggi. Il coefficiente è reso noto dal Tesoro con pubblicazione mensile e con riferimento ai tassi di rivalutazione giorno per giorno.

Nel nostro caso, per portare a casa 1.000 euro di BTp€i 2026 dovremmo sborsare in queste ore 1.367,85 euro.

E qui veniamo anche alla rivalutazione della cedola. L’1,55% semestrale che si spetterebbe oggi va calcolato su un capitale rivalutato del 27,135%. A tanto ammonta l’aumento dell’indice dei prezzi Eurostat dall’emissione del marzo 2011. Ciò spiega anche la ragione per cui bisogna tenere conto della rivalutazione di tutti questi anni. A differenza del BTp Italia, essa si accumula fino alla scadenza e non di semestre in semestre. Chi acquista il BTp€i 2026, dunque, deve riconoscere al venditore la rivalutazione del capitale maturata fino al momento della transazione. Alla scadenza, infatti, l’acquirente otterrà sia la rivalutazione pagata, sia quella ulteriore che gli spetterà dalla data di acquisto in avanti.

[email protected]