In questa fase di rialzo dei prezzi al consumo come mai era accaduto da almeno 30-40 anni a questa parte in Europa, il mercato obbligazionario soffre. Da molto tempo, i rendimenti offerti erano stati molto bassi, in gran parte dei casi negativi. Da qualche mese, la remunerazione si è rivelata assai insufficiente e per questo le quotazioni dei bond sono crollate. In questo scenario, il bond indicizzato all’inflazione può diventare un’occasione d’investimento particolarmente azzeccata per chi vuole preservare il capitale dalla perdita di potere d’acquisto senza assumersi grossi rischi.

Il BTp€i 15 maggio 2033 e cedola reale 0,1% (ISIN: IT0005482994) è uno di questi.

BTp€i 2033, caratteristiche salienti

Il titolo fu emesso nel febbraio scorso e ha staccato la sua prima cedola lunedì scorso. E si è trattato di una cedola semestrale piena, dato che il Tesoro aveva fissato come data di godimento il 15 novembre 2021. In altri termini, da quella data sono scattati gli interessi sul capitale, sebbene il bond indicizzato sia stato emesso solo a febbraio.

Ieri, il BTp€i 2033 si acquistava sul MoT di Borsa Italiana per poco meno di 95 centesimi. A questo prezzo, esibiva un rendimento reale dello 0,60%. Ma sappiamo che il bond indicizzato aggancia la cedola e lo stesso capitale all’inflazione del semestre, nel caso specifico quella rilevata dall’Eurostat. Poiché il tasso d’inflazione nell’Eurozona ad aprile è stato del 7,5%, su base annua il titolo offrirebbe un rendimento lordo dell’8,1%. Ciò deriva per l’appunto dalla somma dell’inflazione al rendimento reale sopra indicato.

Tanto, è evidente. Sappiamo anche che il BTp 2033 con cedola fissa offriva ieri un rendimento lordo prossimo al 3%, cioè circa 2,35% in più del BTp€i. Questo significa che il mercato sconterebbe da qui ai prossimi undici anni un tasso medio annuo d’inflazione superiore al target BCE del 2%. Solo il tempo dirà se le aspettative siano corrette, basse o eccessive.

Rileviamo, tuttavia, come la BCE non fosse stata in grado di centrare il target sin dal 2013 fino agli inizi dello scorso anno. In alcuni periodi, addirittura, nell’Eurozona c’era una certa deflazione strisciante. Le cose sono cambiate con pandemia e guerra, fattori non strutturali e destinati probabilmente a cedere il passo nei prossimi mesi a tassi d’inflazione più modesti.

Prezzo giù?

In altre parole, il mercato starebbe scontando un’inflazione nel lungo termine più alta di quanto effettivamente sarà. Se così fosse, probabile che il prezzo di un bond indicizzato come il BTp€i 2033 scenda un po’ per adeguarsi ad aspettative meno calde. Il rendimento reale salirebbe di qualcosina di conseguenza.

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