Anche la seconda giornata dedicata al collocamento del BTp Valore 10 ottobre 2028 (ISIN “speciale”: IT0005565392) è andata bene in termini di ordini immessi dalle famiglie italiane. Dopo i 4,77 miliardi di euro prenotati lunedì, sono arrivati altri 4,54 miliardi. Il bond è considerato allettante per via delle cedole, al 4,10% annuo lordo per i primi tre anni e al 4,50% per il quarto e quinto anno. E la loro corresponsione sarà trimestrale, non un fatto secondario quando l’inflazione è alta e divora il potere di acquisto mese dopo mese.

Previsto anche un premio fedeltà dello 0,50% alla scadenza, riservato a coloro che sottoscriveranno il titolo questa settimana e lo manterranno in portafoglio fino all’ultimo giorno.

Rebus disinvestimento anticipato

In media, il rendimento lordo sarà del 4,26%, salendo fino al 4,35% con il premio fedeltà. Inutile girarci attorno: di meglio sul mercato obbligazionario non c’è, a parità di rischio e di durata. Questo non significa che il BTp Valore 2028 sia un titolo “sicuro” al 100%, ossia che non possa infliggere qualche perdita. Escludiamo il caso estremo di default dell’emittente, cioè lo scenario di un fallimento dello stato italiano. Il vero rischio relativo all’investimento sarebbe semmai legato all’evoluzione dei tassi di mercato.

Noi stiamo valutando il BTp Valore 2028 positivamente in termini di rendimento. Immaginiamo, però, che i tassi salgano nei prossimi mesi. Quel 4,26% medio annuo corrisposto dal Tesoro diverrebbe meno appetibile. Inevitabilmente, il prezzo del bond diminuirebbe sul mercato. E questo sarebbe un guaio per coloro che avessero l’esigenza o la semplice volontà di rivedere il titolo prima della scadenza. Viceversa, se i tassi scendono, i rendimenti offerti apparirebbero ancora più interessanti. A quel punto, il prezzo del bond salirebbe e questo farebbe felici chi volesse uscire dal mercato prima della scadenza.

Valutazione prezzi futuri

Quale tra i due scenari si presenta attualmente più probabile? Iniziamo col dire che, allo stato attuale, i tassi di mercato sono considerati ai massimi o giù di lì.

Gli investitori scommettono che non saliranno più nei prossimi mesi, sebbene non intravedano una loro discesa immediata. Stando così le cose, staremmo acquistando il BTp Valore 2028 a prezzi minimi e rendimenti massimi. In futuro, i prezzi dovrebbero salire un po’ e i rendimenti scendere. Di quanto? Non abbiamo la sfera di cristallo, ma possiamo azzardare qualche valutazione.

Supponiamo che tra un anno esatto, il prezzo del BTp Valore 2028, a quel punto della durata residua di quattro anni, sul mercato secondario tratti a 105. Significa un +5% rispetto all’emissione. Il rendimento lordo scenderebbe al 2,90%. L’ultima volta che il BTp a 4 anni ha reso così poco è stato alla fine del 2022, quando i tassi di interesse erano molto inferiori a quelli odierni. Se, invece, il prezzo scendesse a 95 centesimi (-5% dall’emissione), il rendimento lordo s’impennerebbe al 5,80%.

BTp Valore 2028, trend apparentemente favorevole

Tra i due scenari, optiamo cautamente per il primo. Che il BTp Valore 2028 renda tra un anno il 5,80%, appare meno probabile che renda il 2,90%. Questo significa che, a naso, i margini di crescita dei prezzi siano superiori a quelli di discesa. Non sarà magari un +5%, ma il trend sarebbe comunque positivo. Ripetendo la valutazione con gli stessi prezzi, ma tra due anni, otteniamo che a 105 il rendimento scenderebbe al 2,80% e a 95 centesimi esploderebbe al 6,30%. Ancora più convintamente optiamo per il primo scenario. All’apice della crisi dello spread nel 2012, il BTp a 3 anni arrivò al 5% di rendimento.

In conclusione, a meno che la Banca Centrale Europea non aumenti i tassi di interesse a livelli stratosferici (scenario remoto), le probabilità che il BTp Valore 2028 si deprezzi nei prossimi anni risultano inferiori a quelle che si apprezzi. Ciò non esclude che movimenti negativi possano aversi nei prossimi mesi, ragione per cui l’investimento richiede un’attenta valutazione della propria liquidità in ogni caso.

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