Da questa mattina fino al primo pomeriggio di venerdì 10 maggio avremo tutti gli occhi puntati sul collocamento del BTp Valore 14 maggio 2030 (ISIN: IT0005594491), quarto della serie e a due mesi di distanza dal terzo. Saranno in grado gli ordini di battere il record assoluto di marzo? Furono 18,316 miliardi di euro le prenotazioni retail, un dato di poco superiore al primo collocamento risalente al giugno dello scorso anno. Il bond potrà essere ordinato tramite il conto online, se abilitato alle funzioni home banking, oppure recandosi presso una filiale bancaria o di Poste Italiane in cui si detiene il conto deposito titoli.

L’investimento minimo è di 1.000 euro e multipli di 1.000 euro.

Caratteristiche salienti del BTp Valore maggio 2030

Il BTp Valore maggio 2030 offre una cedola lorda annuale del 3,35% per i primi tre anni e del 3,90% per gli ultimi tre anni. Le cedole saranno sempre pagate ogni tre mesi. Infine, per coloro che sottoscriveranno il bond durante il collocamento e che lo manterranno in portafoglio fino alla scadenza ci sarà anche l’erogazione di un premio fedeltà dello 0,80%. Nessuna commissione bancaria è prevista a carico dell’investitore per le sottoscrizioni di questi giorni. Al termine del collocamento, il Tesoro annuncerà le cedole definitive. Esse potranno essere confermate o solamente riviste al rialzo. Sarà reso noto anche il codice ISIN ordinario per le negoziazioni sul Mercato obbligazionario Telematico di Borsa Italiana. Il titolo potrà, infatti, essere rivenduto in qualsiasi momento sul secondario.

Iacovoni prospetta nuove emissioni retail entro l’anno

In questi giorni che hanno preceduto il collocamento del BTp Valore 2030, il responsabile del debito pubblico, Davide Iacovoni, ha rilasciato alcune interviste molto interessanti. Egli ha spiegato che l’emissione di un nuovo bond retail a distanza di appena due mesi dal terzo riflette l’alta domanda tra le famiglie per questi strumenti d’investimento.

Ha evidenziato, poi, come i rendimenti in questi mesi siano rimasti sostanzialmente stabili, da cui la fissazione di cedole assai simili a quelle per l’emissione di febbraio/marzo.

Ma Iacovoni ha spiegato anche che il Tesoro dispone di altri strumenti per rispondere alle esigenze di investimento delle famiglie. Ad esempio, i BTp Italia hanno un mercato più liquido e collaudato. Essi permettono all’investitore di tutelarsi contro il rischi di inflazione. Ha prospettato una nuova emissione per questi ultimi possibilmente entro l’anno. E non è tutto. Ha aggiunto che potranno esservi bond con cedole dalla struttura “più innovativa”, prendendo spunto dal sistema bancario.

Obbligazioni bancarie modello per Tesoro

Quest’ultimo riferimento è di notevole importanza. Sappiamo che, negli anni passati, il lancio di uno strumento innovativo si ebbe con l’emissione dei BTp Futura. Complici i bassi rendimenti del periodo – siamo nel biennio 2020-’21 – non ebbero grande successo. Essi agganciano il premio fedeltà all’andamento del Pil italiano in termini medi annuali nominali. Il problema è che tale premio si perde non appena si rivende il bond sul mercato, per cui rimane soltanto la caratteristica delle cedole step-up o crescenti. Il dirigente del Tesoro ha colto l’occasione per precisare che le innovazioni sarebbero eventualmente di facile comprensione per il grande pubblico dei risparmiatori.

Quali potrebbero essere? Il riferimento alle banche può venirci in aiuto. Gli istituti di credito sono soliti emettere obbligazioni subordinate definite anche “ibride”, una via di mezzo tra debito e capitale ai fini regolamentari. I famosi Co.Co. Bond, ad esempio, non prevedono alcuna scadenza, bensì date “callable” alle quali l’emittente può rimborsare il capitale. Se non lo fa, le cedole da fisse diventano variabili in base ad una formula preannunciata. Essa consiste nell’offrire all’investitore un tasso pari a quello di mercato (in genere, IRS a 5 anni) più il medesimo spread registrato all’emissione.

Dopo BTp Valore 2030 quali innovazioni?

Nel caso del Tesoro, difficile immaginare che dopo il BTp Valore 2030 avremo un bond perpetuo. Non sarebbe un affare proponibile alle famiglie. Probabile, invece, che siano prospettati titoli di stato con scadenze medio-lunghe e che l’investitore possa decidere dopo alcuni anni di farsi rimborsare, in alternativa al pagamento delle cedole a tassi variabili. Insomma, una facoltà invertita di esercizio della “call”. Solo ipotesi. Difficile avventurarsi nelle menti dei dirigenti di Viale XX Settembre. C’è di certo che se anche stavolta sarà un successo, gli input per inventarsi qualcosa di nuovo ci saranno a quel punto tutti.

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