Poco più di un mese fa, il Tesoro collocava sul mercato il nuovo bond a 30 anni, vale a dire il BTp con scadenza 1 settembre 2051 e cedola 1,70% (ISIN: IT0005425233). L’emissione andò benissimo, tanto da avere raccolto ordini per oltre 11 volte gli 8 miliardi offerti. Il rendimento lordo esitato fu dell’1,763%. Da allora, dovete sapere che questo titolo si è apprezzato del 7%, salendo a 105,60. Era stato emesso a 98,686 centesimi, cioè sotto la pari.

Guadagnare il 7% meno di un mese dalla data di regolamento è senz’altro apprezzabile.

Su base annua, equivarrebbe a un rendimento del 125%. Nelle ultime settimane, i BTp hanno corso grazie al maggiore appetito per il rischio che si è diffuso sui mercati internazionali a seguito di due eventi in particolare: le elezioni americane e il vaccino contro il Covid-19. Le prime hanno esitato un risultato ancora formalmente incerto, ma le tensioni dei primi giorni dopo il voto sembrano alle spalle e la presidenza di Joe Biden dovrebbe debuttare a gennaio senza intoppi. E in un paio di settimane, tre case farmaceutiche hanno comunicato risultati positivi dalle rispettive sperimentazioni per fornire un antidoto contro la pandemia. Pfizer, Moderna e AstraZeneca dovrebbero essere in condizioni di commercializzare i loro vaccini da qui a poche settimane o qualche mese al massimo.

L’impatto del vaccino sui BTp e perché non ci sarebbe molto da festeggiare

Nuovi stimoli BCE e guadagni per i BTp

Poiché i titoli di stato italiani sono a metà tra “safe assets” e bond rischiosi nella percezione degli investitori, stanno apprezzandosi e avvicinandosi ai rendimenti “core” della Germania. Lo spread BTp-Bund a 10 anni, infatti, è sceso ai minimi da oltre 4 anni e mezzo. La notizia positiva per chi non fosse ancora entrato sul mercato a comprare la nuova scadenza a 30 anni è che le prospettive di guadagno non si sarebbero affatto affievolite dopo il rally di questi ultimi mesi.

Con ogni probabilità, la BCE potenzierà gli stimoli monetari a dicembre, così da sostenere le politiche fiscali espansive dei governi dell’Eurozona con la seconda ondata di contagi in corso. Per questo, il rischio sovrano nel Sud Europa si è ridotto nella percezione dei mercati, tant’è che lo stesso Portogallo ha visto scendere il bond a 10 anni a un rendimento sottozero questa settimana. Ed ecco che l’1,44% ancora offerto dal BTp settembre 2051 appare fin troppo appetibile per non essere apprezzato. Teniamo conto che i Bonos spagnoli a 30 anni rendevano ieri lo 0,86%, quasi 60 punti base in meno.

Se il tentennale italiano tendesse ai livelli spagnoli, vi sarebbero margini di ulteriore salita della sua quotazione fino al 13%. Allo stato attuale, dovrebbe prezzare in area 119 per offrire quanto l’omologo spagnolo. Per i possessori del bond, la possibilità non remota di mettere a segno guadagni a doppia cifra, dopo avere già virtualmente messo le mani su un 7% tondo dall’emissione. Si tratterebbe di portare a casa il 20% in tutto. Probabile, tuttavia, che il mercato continui a pretendere un premio rispetto ai rendimenti di Madrid, scontando la minore stabilità politica, l’assenza cronica di crescita di medio-lungo periodo e un debito pubblico di gran lunga più elevato. Ad ogni modo, non sarebbe impensabile una discesa del rendimento all’1%. Rispetto ad oggi, un altro 9-10% di guadagno.

Perché malgrado il boom di emissioni di BTp, il debito continua a costarci meno

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