Il Tesoro italiano ha raccolto nella giornata di ieri altri 10,25 miliardi di euro, liquidità preziosa che rientra nel suo pesante programma di funding per l’anno in corso. Di questi, 6,75 miliardi sono arrivati con l’emissione della quinta tranche del BTp 1 luglio 2029 (ISIN: IT0005584849) e della quinta tranche del BTp 1 luglio 2034 (ISIN: IT0005584856). I restanti 3,5 miliardi derivano dal lancio del nuovo CcTeu con scadenza 15 aprile 2032.

Rendimenti in asta in rialzo

I rendimenti esitati per il nuovo quinquennale e il nuovo decennale del Tesoro sono risultati in aumento rispetto all’asta di marzo: +20 punti base e +19 punti base rispettivamente, al 3,41% e 3,86%.

Il BTp luglio 2029 offre, quindi, lo 0,45% in meno del BTp luglio 2034. Da qui alle due scadenze, l’obbligazionista percepirebbe esattamente il 2,25% lordo in meno acquistando il primo al posto del secondo.

Fattore duration

Ma il solo rendimento non può e non dovrebbe essere l’unica ragione a spingerci ad investire in un titolo. A parte il fattore rischio, bisogna prendere in considerazione concetti come durata e duration. Non sono sinonimi, come molti pensano. Va da sé che il BTp luglio 2029 comporti un investimento di cinque anni in meno rispetto al BTp luglio 2034. E già questo può rivelarsi determinante nel caso in cui non disponessimo di così tanto tempo per l’impiego della nostra liquidità.

La duration, invece, esprime la sensibilità della quotazione rispetto ad una variazione del rendimento. In pratica, quanto salirebbe/diminuirebbe il prezzo se il rendimento scendesse/salisse dell’1%? Il BTp luglio 2029 presenta una duration modificata di 4,61 anni, il BTp luglio 2034 di 8,15 anni. Questo significa che il secondo bond si apprezzerebbe di circa il 3,5% in più con un calo del rendimento dell’1%.

Confronto tra bond nel caso di disinvestimento

A questo punto, siamo dinnanzi a una scelta più oculata: acquistare il BTp luglio 2029 e percepire fino alla scadenza il 2,25% in meno del BTp luglio 2034? La risposta può dipendere dal nostro obiettivo.

Se volessimo semplicemente rivendere il bond prima della scadenza a prezzi più alti, potrebbe convenirci puntare sul decennale. Ci farebbe guadagnare il 3,5% in più, a parità di un rendimento dell’1% in meno.

BTp luglio 2029 o 2034, dipende dalla curva dei tassi

Ovviamente, non è affatto detto che entrambi i titoli presentino le medesime probabilità di calo dei rendimenti per la stessa entità. Dipende dalla forma che assumerà la curva dei tassi nel prossimo futuro. Ad esempio, un taglio dei tassi di interesse associato a un’inflazione nell’Area Euro tendenzialmente sopra il target potrebbero portare a una riduzione dei rendimenti meno accentuata per il tratto medio-lungo. In quel caso, il BTp luglio 2034 si apprezzerebbe relativamente meno del BTp luglio 2029. Viceversa, bassa inflazione e tassi di interesse più elevati delle attese porterebbe a rendimenti medio-brevi sostenuti e ad un loro calo più accentuato sul tratto medio-lungo.

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