Gli obbligazionisti in possesso del BTp Italia 28 giugno 2030 (ISIN: IT0005497000) hanno ricevuto nella giornata di ieri il pagamento della seconda cedola semestrale. Per lo stato italiano l’esborso è stato di quasi 210 milioni di euro al lordo delle imposte da riscuotere. L’emissione di questo bond retail indicizzato al tasso d’inflazione italiana avvenne con successo nel giugno dello scorso anno. Offre una cedola reale dell’1,60% rispetto al valore nominale del capitale. Coloro che manterranno l’investimento in portafoglio fino alla scadenza dopo averlo sottoscritto un anno fa, riceveranno anche un premio fedeltà dell’1% al termine degli otto anni.

Esso sarà corrisposto con un anticipo dello 0,4% dopo quattro anni e il saldo dello 0,6% alla scadenza.

La prima cedola fu pagata a fine dicembre e fu molto sostanziosa: il 7,23% per appena sei mesi di detenzione del bond. Ieri, invece, il pagamento è stato assai meno generoso, per quanto in assoluto molto sostanzioso: 2,214%. A conti fatti, in un anno il BTp Italia 2030 ha offerto un rendimento di quasi il 9,50% lordo, capace di proteggere il potere di acquisto del capitale investito.

Cedole bond legate a indice FOI

Da cosa dipendono le variazioni così estreme delle cedole in pagamento? Dall’andamento dell’indice FOI di semestre in semestre. Esso è il tasso d’inflazione che fa riferimento ai consumi tipici di una Famiglia di Operai e Impiegati (da cui l’acronimo), ad esclusione dei tabacchi. L’indice FOI all’emissione fu fissato a 109,72. Al 28 dicembre scorso risultava salito a 116,72258 e alla giornata di ieri a 118,36. Dunque, a dicembre gli obbligazionisti avranno diritto a percepire la rivalutazione del capitale e l’indicizzazione della cedola per il BTp Italia 2030 solo se l’indice FOI per allora risulterà superiore a 118,36, il suo valore di inizio semestre.

In caso contrario, non resteranno a bocca asciutta. Avranno ugualmente diritto a percepire la cedola semestrale lorda dello 0,80%, pari a 8 euro per ogni 1.000 euro di capitale.

Poiché non è possibile che il Tesoro conosca in tempo reale il valore dell’indice FOI assunto per il giorno in cui avviene il pagamento, il calcolo è effettuato sul suo valore di due mesi prima. In altre parole, il pagamento della cedola di ieri è avvenuto in base all’indice FOI di fine aprile e nel prossimo dicembre avverrà in base all’indice FOI di fine ottobre.

Cedola BTp Italia 2030 a dicembre, simulazione

Pertanto, ci sarà rivalutazione di capitale e cedola per il BTp Italia 2030 a dicembre se l’indice FOI in ottobre risulterà superiore al valore di inizio semestre, pari a 118,36. Quante probabilità vi sono che accada? Partiamo dall’indice FOI nell’ottobre 2022. Fu di 117,20. Dunque, se nell’ottobre di quest’anno si attestasse esattamente a 118,36, vi sarebbe quel mese un’inflazione annuale di appena l’1%. Molto improbabile. Invece, è assai probabile che per fine anno l’inflazione italiana sia ancora relativamente elevata. Immaginiamo che scenda al 3% dal 6,4% di giugno. L’indice FOI sarebbe in area 120,70, per cui l’indicizzazione del bond risulterebbe pari al 2%. Sommando la cedola reale dello 0,80%, otterremmo all’incirca una cedola complessiva del 2,80%.

Vi ricordiamo che sarebbe il pagamento relativo a un semestre, non il rendimento annuo dell’investimento. Dunque, il BTp Italia 2030 continuerebbe a mostrarsi generoso con gli obbligazionisti. Lo è ancora di più per coloro che lo acquistassero in questi giorni sul mercato secondario. La sua quotazione ieri era di 97,15 centesimi. Offriva così il rendimento reale del 2,05% lordo all’anno. Esso si confrontava con il 3,70% del bond del Tesoro con cedola fissa e pari durata. Solo con un’inflazione media annua inferiore ad 1,60-1,70% risulterebbe un investimento meno conveniente. Il mercato sembra eccessivamente ottimista circa il calo dell’inflazione stabilmente su livelli bassi nel medio-lungo termine.

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