Ieri, l’ISTAT ha pubblicato il dato definitivo sull’inflazione italiana a marzo, rivista leggermente al ribasso rispetto alla stima preliminare del 7,7% annuale. La crescita dei prezzi al consumo è stata del 7,6% su base annua, mentre rispetto a febbraio c’è stato un calo dello 0,4%. Per quanto riguarda l’indice FOI, tarato per le famiglie di operai e impiegati, è risultato variato rispettivamente del +7,4% e del -0,4%. Pertanto, è stato aggiornato a 118, giù dal 118,5 di febbraio. Adesso, vediamo quale sarà l’impatto per il BTp Italia 26 maggio 2025 (ISIN: IT0005410912), che stacca la prossima cedola tra cinque settimane.

Come sappiamo, questo è un bond indicizzato al tasso d’inflazione italiana. Nello specifico, offre l’1,40% all’anno in più dell’inflazione, cioè lo 0,70% reale ogni sei mesi. Il Ministero di economia e finanze (MEF) aveva fissato l’indice FOI di riferimento per l’inizio del semestre compreso tra 26 novembre 2022 e 26 maggio 2023 a 113,45. Cosa significa in concreto? Il BTp Italia 2025 corrisponderà la rivalutazione di capitale e cedola a maggio solo se l’indice FOI sarà per allora superiore al dato di inizio semestre e per la percentuale di crescita rispetto ad esso.

Calcolo rivalutazione BTp Italia 2025

Per le modalità complesse di calcolo, l’indice FOI a cui il MEF farà riferimento per il pagamento di maggio è quello vigente a fine marzo. In attesa delle comunicazioni ufficiali, possiamo già affermare che esso sarà verosimilmente appena superiore a quel 118 riferito al mese. Questo significa che per un capitale nominale di 1.000 euro, l’obbligazionista riceverà la seguente rivalutazione:

  • 1.000 x (118 / 113,45) = 1.000 x 1,0401 = 1.040,10 euro

E la cedola semestrale dello 0,70% (7 euro su 1.000 euro) sarà calcolata sul capitale rivalutato:

  • 0,007 x 1.040,10 = 7,28 euro.

Sommando la rivalutazione del capitale pari a 40,10 euro alla cedola rivalutata anch’essa e di 7,28 euro, otteniamo 47,38 euro, cioè una cedola complessiva lorda del 4,738%. Sarà all’incirca questo tasso che dovremmo attenderci tra poco più di un mese.

E’ molto probabile che questo sia l’ultimo pagamento sostanzioso effettuato dal BTp Italia 2025, così come dagli altri bond indicizzati del Tesoro. Già alla prossima scadenza di novembre, ad esempio, l’obbligazionista corre il rischio di una mancata rivalutazione della cedola nel caso in cui a settembre l’inflazione annuale scendesse sotto il 4%. In ogni caso, ci attendiamo una rivalutazione bassa, nulla a che vedere con i ricchi pagamenti di questi ultimi mesi.

Il BTp Italia 2025 si acquistava sul mercato secondario a 99,16 centesimi nella seduta di ieri. Tale quotazione va moltiplicata per 1,04375 nel caso in cui volessimo rivendere il bond oggi. Si tratta del coefficiente di rivalutazione fissato dal Tesoro e che ci farebbe incassare così circa 1.035 euro per ogni 1.000 euro di capitale rivenduto a terzi, al netto del rateo della cedola. Il rendimento reale alla scadenza viaggia, invece, intorno all’1,80%.

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