Tra poco più di un mese sarà in pagamento l’ultima cedola del BTp 20 novembre 2023 e cedola reale 0,25% (ISIN: IT0005312142). Il Ministero di economia e finanze ha reso noto proprio l’importo. In considerazione del fatto che l’indice FOI a inizio semestre fosse 118,19355 e che al 20 novembre è stato fissato a circa 119,23, il tasso di rivalutazione sarà dello 0,874%. La cedola semestrale dello 0,1250% risulterà, quindi, pari allo 0,126%. Pertanto, l’intera cedola lorda semestrale sarà dell’1%. Essa è data dalla somma tra cedola rivalutata e tasso di rivalutazione del capitale.

Rendimento netto reale negativo dall’emissione

Questo significa che il BTp Italia 2023 corrisponderà all’obbligazionista 10 euro lordi per ogni lotto minimo di 1.000 euro. Il bond fu emesso nel novembre del 2017 ed ebbe durata iniziale di sei anni. In questo periodo di tempo, ha staccato complessivamente cedole per 182 euro su ogni 1.000 euro, cioè per un totale del 18,2%. Il rendimento medio lordo annuo è risultato essere stato, quindi, di circa il 3%. Se nel novembre del 2017 aveste investito sul BTp a 6 anni con cedola fissa, avreste portato a casa un rendimento annuale dello 0,80%, cioè di circa il 4,8% complessivo.

A consuntivo, possiamo affermare che il BTp Italia 2023 si sia rivelata la scelta migliore, sebbene al tempo dell’emissione non vi fossero avvisaglie di inflazione. Anzi, erano tempi in cui l’indice dei prezzi al consumo in Italia e nel resto dell’Eurozona variava di pochissimo di mese in mese e di anno in anno. Invece, in questi sei anni la variazione cumulata è stata del 18,4%. Ad essere sinceri, l’inflazione italiana è risultata superiore allo stesso rendimento del bond indicizzato. In termini netti e reali, infatti, il saldo è stato del -2,5%.

BTp Italia 2023 investimento opportuno a posteriori

Com’è potuto accadere? Il BTp Italia 2023 ha staccato in tre occasioni una cedola non indicizzata, in quanto il tasso d’inflazione semestrale era risultato negativo.

La cedola più pesante è stata corrisposta, invece, nel maggio dello scorso anno e ammontò al 4,818%. La riscossa dell’inflazione ha fatto luccicare solo di recente in bond in scadenza a novembre. Ancora una volta, ciò è stata la conferma che l’inserimento in portafoglio di bond indicizzati resta sempre una scelta d’investimento saggia, essendo ignoti i rischi futuri sul fronte dei prezzi al consumo.

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