Sono passati quattro mesi dal debutto del primo BTp green sul mercato obbligazionario italiano. Il titolo fu emesso agli inizi di marzo di quest’anno per un importo pari a 8,5 miliardi di euro. Scadenza 1 aprile 2045 e cedola 1,5% (ISIN: IT0005438004), ha sottoperformato i titoli di durata residua molto simile. Ieri, esibiva una quotazione pari a 99,70 centesimi, offrendo un rendimento lordo dell’1,52%. La sua prima seduta sul MoT di Borsa Italiana si chiudeva a un rendimento dell’1,39%.

Allora, il BTp green rendeva a premio di 24 punti base sul BTp settembre 2044 e cedola 4,75% (ISIN: IT0004923998).

Ieri, lo spread risultava salito a 29 punti. Questo significa che nel frattempo il bond si è relativamente deprezzato. Possiamo ben dire, quindi, che il titolo non abbia fatto gola al mercato. Esso si caratterizza per le finalità ambientali nell’utilizzo dei capitali raccolti da parte dello stato.

Ma non si può affermare che si sia trattato di un bond snobbato dagli obbligazionisti. Nei quattro mesi, gli scambi hanno riguardato titoli per un controvalore di 1,45 miliardi di euro, il 17% dell’intero ammontare emesso. Da inizio marzo a ieri, invece, poco più del 2% del capitale del BTp 2044 è passato di mano.

Verranno altri BTp green

Il mercato dei green bond si sta sviluppando in questi ultimi anni per via dell’accresciuta sensibilità dell’opinione pubblica sui temi ambientali. La BCE sta mettendo a punto uno strategia per favorire la transizione ecologica nell’Eurozona, anche se non è ancora chiaro in quali termini opererebbe sul mercato obbligazionario. L’ingresso della Germania su questo mercato nel settembre dello scorso anno con l’emissione del primo Bund ‘verde’ ha rivoluzionato lo scenario, essendo la prima economia europea e quarta al mondo.

L’Europa è al centro di questa trasformazione. Il finanziamento del Recovery Fund avverrà per il 30% attraverso l’emissione di green bond. Parliamo di un importo di almeno 225 miliardi di euro in 6 anni.

A cascata, anche le emissioni sovrane nazionali dovrebbero lievitare, visto che per accaparrarsi i fondi UE i governi dovranno varare piani di sostenibilità ambientale. Non è stato certamente l’ultimo BTp green quello emesso a marzo; semmai il primo di una serie.

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