Il Tesoro ha dato mandato a Bank of America, Credit Agricole, Deutsche Bank, MPS e Nomura per la riapertura del collocamento sindacato del BTp Green 2045 (ISIN: IT0005438004). Il debutto del titolo avvenne in data 3 marzo 2021. L’importo che l’emittente intende raccogliere è di 5 miliardi di euro, meno degli 8,5 miliardi incassati a inizio anno. La cedola dell’1,5% e la quotazione attualmente sotto la pari, in area 96,50 centesimi, rendono questo bond relativamente conveniente. Attualmente, il rendimento lordo si attesta all’1,66%, nettamente a premio rispetto al BTp 1 settembre 2044, la scadenza più vicina e che offre solamente l’1,39%.

Il BTp Green 2045 è legato agli obiettivi di sostenibilità ambientale indicati negli scorsi mesi dal Tesoro attraverso la pubblicazione di un’apposita lista. E sempre il Tesoro ha chiarito che la finalità della raccolta seguirà le indicazioni della Tassonomia Europea ancora in corso di approvazione. Quanto al rendimento, per quanto superiore a quello del BTp 2044, continua a sostare nettamente sotto l’inflazione, schizzata al 2,5% a settembre. E risulta essere anche inferiore al target BCE del 2%.

BTp Green 2045, le opportunità del mercato

Al di là di questi aspetti, il BTp Green 2045 resta al momento l’unico bond sul quale lo stato italiano sta facendo leva per raccogliere capitali da destinare alla salvaguardia dell’ambiente. La Germania, che è entrata su questo mercato nel settembre dello scorso anno, già ha collocato più scadenze con la tecnica del “gemellaggio” con i Bund ordinari. Con la riapertura di queste ore, la liquidità degli scambi dovrebbe aumentare e la maggiore liquidità sul secondario offrirebbe maggiori garanzie all’obbligazionista circa gli spread denaro-lettera.

Ad oggi, non possiamo affermare che il BTp Green 2045 abbia riscosso un qualche particolare successo sul mercato, come evidentemente dimostra il differenziale di rendimento con la scadenza ad esso più vicina e che si è andata allargando nei mesi. Manca, cioè, il cosiddetto “greenium”, il premio verde che sul mercato questi titoli tendono a registrare a favore degli emittenti.

Tuttavia, gli investitori istituzionali sono a caccia di green bond da inserire in portafoglio per ostentare la loro sensibilità ambientale dinnanzi alla clientela. E la BCE punta a concentrare i suoi acquisti in questi titoli, così da sostenere la transizione ecologica nell’Eurozona. Il tema resta, però, divisivo all’interno del board.

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