Mentre è in corso l’emissione del quarto BTp Valore in meno di un anno, c’è un’altra scadenza residua di sei anni del Tesoro sulla quale gli investitori possono eventualmente puntare in alternativa. Si tratta del BTp Futura 28 luglio 2030 (ISIN: IT0005415291), il primo della serie e la cui emissione risale al luglio del 2020. Raccolse ordini per 6,13 miliardi di euro. Non un successo strabiliante, anche perché l’allora decennale offrì un rendimento basso. Erano i mesi dei rendimenti ai minimi storici in tutta l’Eurozona e anche all’infuori di essa.

Ecco il tasso annuo lordo delle cedole step-up o crescenti:

  • 1,15% per i primi quattro anni;
  • 1,30% per i successivi tre anni;
  • 1,45% per i successivi tre anni.

Perdita uguale al maggiore rendimento del BTp Valore

Il BTp Futura 2030 stacca una cedola su base annua dell’1,15% fino al luglio prossimo, dopodiché questa salirà all’1,30% fino al luglio 2027 e dopo ancora all’1,45% fino alla scadenza. Nulla che abbia a che vedere con il 3,35% riconosciuto ai sottoscrittori in questi giorni per i primi tre anni, seguito dal 3,90% per il successivo triennio. Infatti, il titolo sul mercato secondario si acquista attualmente per poco più di 87 centesimi. Chi volesse rivenderlo, accuserebbe una perdita del 13% in conto capitale dalla data della sottoscrizione. D’altra parte, se lo mantenesse in portafoglio, perderebbe fino al 13% in sei anni. Questa è la differenza tra il rendimento medio del BTp Valore in corso di emissione e quello offerto da questo bond entro la scadenza, premio fedeltà incluso.

Premio fedeltà del BTp Futura 2030 legato al Pil italiano

La cedola media ponderata del BTp Futura all’atto della sottoscrizione fu, infatti, dell’1,285%. Essa corrisponde al rendimento per i sottoscrittori, essendo il bond stato emesso alla pari. Grazie al premio fedeltà, potrà salire di un altro 0,30% all’anno, cioè del 3% al massimo, arrivando all’1,585%. Al lordo dell’imposta del 12,50%.

Come si calcola? Alla scadenza sarà non inferiore all’1% e non superiore al 3% del capitale nominale sottoscritto. Esso coinciderà con il tasso di crescita medio nominale del Pil italiano tra il 2021 e il 2029 inclusi. Ad oggi, i dati relativi agli anni 2021, 2022 e 2023 ci raccontano di un Pil cresciuto già del 25,5%. Manca un 7% per centrare l’obiettivo massimo per il premio fedeltà. E questa è una percentuale che dovrà essere maturata dal 2024 al 2029 inclusi, cioè in ben sei anni. Dunque, affinché l’obbligazionista riceva il massimo premio previsto, il Pil italiano dovrà crescere nei prossimi sei anni al ritmo medio dell’1,14%. Già la sola inflazione basterebbe e avanzerebbe.

Cedola media bassa, plusvalenza alla scadenza con acquisto oggi

Nella migliore delle ipotesi, comunque, il sottoscrittore non avrebbe più dell’1,60% scarso medio annuo di rendimento. Ne era consapevole quando si tenne l’emissione del BTp Futura 2030. Solo che al tempo si pensava che questo rendimento fosse persino generoso, mentre adesso sappiamo che l’intera struttura dei tassi è notevolmente mutata verso l’alto. Per coloro che volessero acquistare il bond oggi, la cedola media sarebbe dell’1,2950%. Rapportata alla quotazione e detratta l’imposta, si attesterebbe all’1,30%. Bisognerebbe attendere la scadenza per maturare la cospicua plusvalenza, grazie al rimborso del capitale a un prezzo (100) nettamente superiore a quello di acquisto. E così, arriverebbero al 3,72% lordo, sopra i livelli di rendimento offerti dalle analoghe scadenze sia con cedola fissa che dei due BTp Valore 2030 emessi, compreso quello oggetto del collocamento sin da oggi.

BTp Futura 2030 a confronto con nuovo BTp Valore

Gli acquirenti sul mercato secondario non avrebbero alcun diritto di percepire il premio fedeltà alla scadenza del BTp Futura 2030, né coloro che decidessero di rivendere il bond. A questa seconda strada staranno pensando diversi obbligazionisti desiderosi di investire nel nuovo BTp Valore.

Sulla base dei prezzi di mercato, l’operazione sarebbe sostanzialmente neutrale ai fini del rendimento medio nei prossimi sei anni. A meno di voler incassare cedole più alte nell’intero periodo, pur mettendo in conto una perdita immediata in conto capitale.

[email protected]