Questa settimana, il Tesoro collocherà sul mercato nuovo debito pubblico per un controvalore compreso tra 4,5 e 6 miliardi di euro. Lo farà attraverso tre titoli di stato, tra cui il BTp a 5 anni zero coupon (niente cedola) con scadenza 1 aprile 2026 (ISIN: IT0005437147). L’importo offerto per quest’ultimo sarà tra 2,5 e 3 miliardi. Si tratterà della nona tranche.

Il BTp a 5 anni di cui sopra si acquista oggi sul mercato secondario a una quotazione di 99,27 centesimi, cioè leggermente sotto la pari. Per gli interessati, è una buona notizia.

Significa che potranno acquistare il bond a un prezzo più basso di quello a cui verrà loro rimborsato alla scadenza. E data l’assenza di cedola, ciò garantirà un rendimento lordo minimo. Attualmente, esso si attesta allo 0,17%. Troppo poco, ovviamente, per poter parlare di bond appetibile. Pensate soltanto che l’inflazione italiana a maggio è salita all’1,3%. Pertanto, acquistandolo vi ritrovereste già con un rendimento reale negativo di oltre l’1,10%. In sostanza, “brucereste” parte del capitale investito.

BTp 5 anni, prospettive

D’altra parte, questo bond presenta una caratteristica positiva di mostrarsi poco volatile, data la bassa “duration”. Quest’anno, si è mosso in un range piuttosto ristretto, ossia tra una quotazione minima di 98,40 centesimi e una massima di 100,12. Non è qualcosa da sottovalutare per quanti volessero inserire in portafoglio un asset di elevata qualità, cioè relativamente sicuro, senza esporsi a rischi sostanziale di volatilità dei prezzi. In questo modo, il BTp a 5 anni potrebbe essere rivenduto anche dopo un po’ di tempo realizzando un minimo guadagno o accusando perdite accettabili. Per contro, non ci godrebbe di alcun flusso di reddito fino alla scadenza.

In condizioni monetarie ordinarie, il BTp a 5 anni offrirebbe rendimenti decisamente più alti, anche in area 1% con tassi d’inflazione molto bassi. Ciò implica l’elevata probabilità che da qui ai prossimi mesi, man mano che la BCE inizierà a normalizzare la sua policy, il rendimento salga e che, viceversa, la quotazione scenda.

Difficilmente, però, vedremo livelli drasticamente diversi da quelli attuali. La BCE si terrà accomodante per diversi mesi e qualche anno ancora prima di eliminare del tutto gli stimoli monetari e alzare i tassi per la prima volta dal 2011.

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