La BCE ha fatto intendere che chiuderà i rubinetti della liquidità più in fretta di quanto sinora previsto dai mercati. Non lo ha fatto con il comunicato ufficiale post-board, bensì tramite il governatore Christine Lagarde in conferenza stampa. Adesso, gli investitori stimano tassi sui depositi overnight a zero entro fine anno. Sono attualmente a -0,50%. E i titoli di stato italiano sono stati particolarmente colpiti dalla virata dell’istituto. Basti guardare all’andamento del BTp 2072 e cedola 2,15% (ISIN: IT0005441883), il bond più longevo sinora emesso dal Tesoro e che ha meno di un anno di vita.

In appena una settimana, la sua quotazione perde il 5% e scende a 88 centesimi. Non era stato mai così basso sin dal debutto. Pensate che a una settimana dal Natale, flirtava ancora con la pari. E nell’agosto scorso, poi, cioè appena sei mesi fa, superava 105. Da allora, perde il 16,4%. Ma c’è il rovescio della medaglia: stamattina, il BTp 2072 offre un rendimento superiore al 2,70%, pari al 2,38% netto. Ad agosto, risultava sceso all’1,70% netto. Dunque, in un semestre il guadagno cumulato alla scadenza per l’obbligazionista sfiora il 35%.

BTp 2072, rendimento e inflazione a confronto

C’è da dire che nel frattempo l’inflazione italiana è salita, seguendo lo stesso trend del resto dell’Eurozona, anzi mondiale. A gennaio, era al 4,8% su base annua, il dato più alto dall’aprile 1996. Tuttavia, se s’investe in un asset a lungo termine non bisogna farsi impressionare troppo dalla contingenza. Nei prossimi mesi, l’inflazione dovrebbe culminare e difficilmente resterà sopra il target BCE del 2% nel medio-lungo termine. Anzi, la BCE stessa stima che nell’area si attesterà sotto il target. Questo significa che un rendimento di quasi il 2,4% sia molto allettante, pur considerando l’imposta di bollo dello 0,2% che grava sul conto titoli.

Allo stato attuale, poi, chi acquistasse il BTp 2072 si porterebbe a casa una cedola del 2,15%, la quale, rapportata al prezzo dell’investimento, esiterebbe un flusso di reddito netto del 2,14% all’anno, lo stesso offerto dal Tesoro in fase di emissione.

Non è detto che si debba attendere la scadenza per rivendere il bond con profitto. Da qui a tot anni, le condizioni di mercato cambieranno e così anche la politica monetaria di Francoforte. Una risalita dei prezzi è molto probabile in un arco di tempo medio-lungo. Questo consentirà all’obbligazionista di realizzare una plusvalenza vendendo il titolo a prezzi più alti degli 88 centesimi eventualmente investiti oggi.

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