E’ un momento positivo per i titoli di stato italiani, con lo spread BTp-Bund a 10 anni ad essersi stabilizzato nettamente sotto i 200 punti base, scendendo oggi a 165, ai minimi da oltre tre mesi e a circa 100 in meno rispetto ai massimi tra aprile e maggio. Ad approfittare del ritorno all’appetito per i BTp, sostenuto dall’accomodamento monetario della BCE e dalla riduzione dei rischi pandemici, sono state le scadenze più lunghe.

Il tonfo del BTp 2067: ora la cedola pesa mezzo punto in più rispetto a febbraio

Sappiamo che l’elevata “duration” garantisce rialzi di prezzi maggiori nelle fasi di tassi calanti e perdite più alte quando i tassi salgono.

Prendiamo la scadenza più lunga, quella ribattezzata dalla stampa “Matusalemme”. Parliamo del BTp marzo 2067 e cedola 2,80% (ISIN: IT0005217390), il titolo di stato italiano più longevo sinora emesso dal Tesoro. La sua cedola netta vale il 2,45% dell’investimento nominale, ma bisogna considerare che la quotazione del bond sul mercato secondario oggi si aggira sui 111,50, per cui l’esborso per acquistare un titolo da 1.000 euro sarebbe di 1.111,50 euro. In rapporto a quest’ultimo, la cedola netta effettiva scende al 2,20%, rimanendo piuttosto elevata, specie considerata l’inflazione nulla o persino lievemente negativa di questi mesi.

Poiché la cedola viene pagata ogni sei mesi, a inizio settembre verrà corrisposta la metà dell’intera annua, cioè l’1,40%. Chi acquistasse il BTp 2067 oggi, quindi, dovrebbe anche riconoscere al venditore il rateo maturato sino alla giornata odierna e pari a 123 su 184 giorni, ossia il 66,8% o 0,936%. Su ogni 1.000 euro, corrisponderebbe a 9,36 euro. In cambio, tra meno di due mesi verrebbe incassata per intero la cedola di 14 euro. Ad ogni modo, dai minimi (di prezzo) toccati ad aprile, il bond è rimbalzato del 18%, con il rendimento ad essere nel frattempo sceso di 77 punti base o 0,77% al 2,32%.

Perché comprare il BTp “Matusalemme”

Alla scadenza, però, il Tesoro rimborserebbe 1.000 euro e non i 1.111,50 euro pagati all’atto dell’acquisto, per cui accuseremmo una minusvalenza di oltre il 10%, che spalmata per i 46 anni e 8 mesi dell’investimento equivarrebbero allo 0,22% di rendimento effettivo annuo in meno.

E, infatti, al netto dell’imposizione fiscale, il BTp 2067 offre oggi un rendimento di poco superiore al 2%.

Perché acquistare un bond così duraturo? Senz’altro, sarebbe un modo per impiegare fruttuosamente la liquidità ed evitare di tanto in tanto di grattarsi il capo alla ricerca di strumenti finanziari quanto più sicuri e remunerativi possibili allo stesso tempo. Si pensi al caso di un genitore che voglia lasciare in eredità ai figli una somma di denaro cospicua e protetta dal rischio di perdita del valore di acquisto. Un rendimento di questo livello autorizza a supporre che il capitale non verrà eroso da qui alla scadenza. In realtà, non è scritto da nessuna parte che bisogna attendere quest’ultima. Se le condizioni di mercato lo consentissero, si potrebbe rivendere il bond in anticipo e guadagnandoci sopra, un po’ come accade con le azioni.

A tale proposito, va detto che questo titolo è arrivato a rendere circa 35 punti base in meno rispetto ad oggi, cioè prezzando qualcosa come circa l’8% in più. Nel medio-lungo termine può accadere di tutto, anche che questi livelli di prezzo vengano sfondati al rialzo, specie se la BCE dovesse mantenere il suo grado di estremo accomodamento monetario e le tensioni finanziere e politiche nell’Eurozona scemassero sempre più, facendo tornare il buon umore tra gli investitori riguardo ai paesi più in affanno come l’Italia. Male che vada, ci beccheremo cedole fisse più che adeguate per remunerare il capitale a rischio zero e in tempi di tassi a zero.

BTp 2067: come incassare il 2% netto anche per 35 anni senza perdite

[email protected]