Il Tesoro ha appena concluso un collocamento sindacato per l’emissione del nuovo “benchmark” a 30 anni, il BTp 1 settembre 2052. Ha raccolto 7 miliardi di euro, a fronte di ordini per 55 miliardi. La cedola lorda è stata fissata al 2,15% e il rendimento esitato è stato del 2,162%, dato che il titolo è stato prezzato appena sotto la pari, cioè a 99,987 centesimi. Cerchiamo di capire cosa accadrebbe nel caso in cui il rendimento salisse al 3%. Come abbiamo sottolineato in fase di emissione, il rendimento offerto dal nuovo bond appare basso rispetto all’andamento storico di questa scadenza sul mercato sovrano italiano.

Poiché i rendimenti viaggiano in direzione opposta ai prezzi, il BTp 2052 si deprezzerebbe se i primi salissero al 3%. Di quanto? Per capirlo, cerchiamo di utilizzare un metodo pratico. Le cedole saranno corrisposte ogni sei mesi, ma per semplicità di calcolo immaginiamo che lo siano una volta all’anno e in data 1 settembre. Sempre per semplificare i calcoli, supponiamo di partire dall’1 settembre 2022, giorno in cui avremo già maturato una cedola di circa 13,60 euro su ogni 1.000 euro nominali investiti.

BTp 2052, ecco i pagamenti attualizzati al 3%

A ogni scadenza di pagamento dovremo scontare il rendimento del 3%, a sua volta elevato per il numero degli anni che ci separano dal prossimo 1 settembre. Ecco la tabella riassuntiva del valore attuale dei pagamenti a ogni anno:

  1. 20,87
  2. 20,27
  3. 19,68
  4. 19,10
  5. 18,55
  6. 18
  7. 17,48
  8. 16,97
  9. 16,48
  10. 16
  11. 15,53
  12. 15,08
  13. 14,64
  14. 14,21
  15. 13.80
  16. 13,40
  17. 13
  18. 12,63
  19. 12,26
  20. 11,90
  21. 11,56
  22. 11,22
  23. 10,89
  24. 10,58
  25. 10,27
  26. 9,97
  27. 9,68
  28. 9,40
  29. 9,12
  30. 420,84

Nell’anno 30, cioè alla scadenza, il BTp 2052 ci erogherà sia la cedola relativa all’ultimo periodo e sia il capitale. Sommando tutti i pagamenti attualizzati e inclusa la cedola da qui all’1 settembre 2022, otteniamo il valore di 847 euro. I nostri 1.000 euro d’investimento varrebbero meno di 850 euro nel caso di un rendimento al 3%. Dunque, il prezzo scenderebbe in area 85 centesimi. La perdita inflittaci sarebbe nell’ordine del 15%. Chiaramente, stiamo immaginando che il rendimento salga a tale livello oggi stesso, cosa che non è. Con ogni probabilità, lo farà nell’arco di mesi o anni.

Nel frattempo, alcune scadenze saranno state già pagate e il deprezzamento del bond risulterà inferiore. Ad ogni modo, l’esercizio ci aiuta a capire la ragione per cui non è preferibile investire i propri risparmi in obbligazioni a lunga scadenza quando i tassi di mercato sono bassi.

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