Se c’è una cosa che stiamo imparando all’atto pratico in questi lunghi mesi di inflazione alle stelle è che sul mercato a reddito fisso le alte cedole sono diventate più attraenti a parità di rendimento offerto dai bond. E’ il concetto di rendimento immediato a rilevare in questa fase. Sappiamo che un titolo obbligazionario è redditizio per l’investitore in due modi: staccando cedole periodiche e venendo acquistato a prezzi sotto la pari. Tuttavia, man mano che le scadenze si allungano è sempre più importante che sia la cedola a dominare.

E ciò vale a maggior ragione con alti tassi d’inflazione, quando l’investitore ha l’esigenza di anticipare il più possibile il rendimento da incassare. Per questa ragione vi presentiamo il BTp 1 agosto 2034 (ISIN: IT0003535157), un compromesso abbastanza accettabile tra alto rendimento e cedola.

Non è una novità per chi ci segue su Investireoggi. Ve ne abbiamo già parlato alla fine dello scorso anno. Questo bond fu emesso nei primi anni Duemila come trentennale. Oggi, presenta una durata residua di poco superiore agli undici anni. La sua peculiarità? Offre una cedola lorda annuale del 5% corrisposta su base semestrale. Anche in questi mesi si distingue in positivo, se pensate che l’emissione recente più generosa del Tesoro è stata con cedola del 4,50% e ha riguardato il nuovo BTp a 30 anni.

Rendimento BTp 2034, confronto con inflazione attesa

Il BTp 2034 si acquistava ieri ad una quotazione di 108,44. Facile calcolarne il suo rendimento immediato. Esso è il rapporto tra cedola e prezzo. Risulta del 4,61%. Si tratta di un dato al lordo dell’imposta del 12,50%. Tenuto conto di quest’ultima, il rendimento immediato scende al 4,03%. Resta il più alto tra i titoli di stato a lunga scadenza emessi e negoziati sul mercato secondario. Tanto per fare un confronto, il BTp 2067 si ferma al 3,45%, il BTp 2072 al 3,20% e il BTp 2053 al 3,87%.

Alla scadenza, essendo stato acquistato sopra la pari, il rendimento del BTp 2034 sarà inferiore a quello offerto dalla sola cedola. Parliamo pur sempre del 3,43% netto. Tutt’altro che disprezzabile. Con un tasso d’inflazione italiana medio annuo atteso sotto il 2% nel lungo periodo, il rendimento reale risulterebbe nell’ordine dell’1,50%. Certo, se l’inflazione restasse alta a lungo, il rischio che si azzeri o diventi negativo esisterebbe. Non è lo scenario di base scontato dagli analisti di mercato.

Il BTp 2034 ha perso il 30% dall’apice delle quotazioni toccate a fine 2020. Sembra un’altra era dal punto di vista della politica monetaria. Molto improbabile che l’Area Euro torni a quel periodo da qui a qualche anno. Forse non ci tornerà mai più, almeno non in tempi prevedibili. Tuttavia, quando la Banca Centrale Europea completerà la stretta sui tassi d’interesse e dopodiché li taglierà, il rendimento del BTp 2034 si ridurrà e il suo prezzo salirà. Se ciò avvenisse entro qualche anno, la quotazione avrebbe margini di crescita elevati. L’investitore riuscirebbe finanche a disinvestire con profitto e portandosi a casa un rendimento effettivo ben maggiore di quello oggi vigente portando il bond a scadenza.

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