Anche oggi sembra una seduta no per i titoli di stato italiani. Le notizie che arrivano sia dal fronte bellico che dalla Cina, tornata ai lockdown, non lasciano presagire alcunché di buono per l’economia europea. Per quanti siano a caccia di occasioni per investire, tuttavia, il mercato obbligazionario sta diventando ogni giorno più attraente. Il bond che analizziamo oggi è il BTp 1 maggio 2031 e cedola 6% (ISIN: IT0001444378).

Analisi del BTp 2031

Questo titolo fu emesso alla fine degli anni Novanta, come tradisce l’alta cedola offerta.

Dunque, debuttò sul mercato come una scadenza ultra-trentennale. Adesso, presenta una durata residua di 9 anni. Perché ve lo proponiamo come spunto di riflessione? Il BTp 2031 si acquista oggi a una quotazione inferiore a 130. Questo significa che dovremmo spendere quasi 1.300 euro per inserire in portafoglio un titolo di 1.000 euro.

Tuttavia, la cedola netta resta ugualmente elevata. Essa è del 5,25% e rapportata al valore dell’esborso, scende solo al 4,05%. Dunque, acquistando oggi il BTp 2031 avremmo un flusso di reddito annuale superiore al 4%. In un periodo di alta inflazione come questo, sarebbe una buona opportunità di impiegare il risparmio in maniera fruttifera e cercando di proteggere il più possibile il potere d’acquisto.

Certo, alla scadenza subiremmo una minusvalenza lorda di quasi il 23%, pari a oltre il 2,5% annuo. In effetti, il rendimento netto sarà di 1,84%. Ad ogni modo, data la durata non molto lunga dell’investimento, appare accettabile. In teoria, un rendimento di questo livello dovrebbe coprire gran parte, se non tutta l’inflazione media da qui alla scadenza. Negli anni pre-Covid, il tasso d’inflazione medio in Italia fu dell’1%. Il target della BCE è fissato, invece, al 2%.

Speculare sul prezzo?

Barcamenarsi tra cedola e rendimento non è facile. Alcune obbligazioni offrono tassi generosi, ma a prezzi altrettanto elevati. In questo caso, il BTp 2031 ci staccherebbe periodicamente una cedola molto elevata e che rimarrebbe tale anche calcolando il prezzo di acquisto.

E alla scadenza, il rendimento continuerebbe a mostrarsi discreto. Stiamo ragionando su opportunità d’investimento medio-lunghe.

E se volessimo disinvestire prima della scadenza? Le probabilità di rivendere in perdita sono elevate. Anche portandoci avanti con la mente e ipotizzando di essere già alla fine del ciclo rialzista dei tassi BCE, la durata residua del BTp 2031 sarebbe troppo bassa per ipotizzare che i prezzi reggano o, addirittura, aumentino rispetto ad oggi. Infatti, ogni bond tende a portarsi alla pari prima della scadenza. Ad esempio, tra 5 anni una quotazione come quella attuale corrisponderebbe a un rendimento lordo di -1,05%. E mai una scadenza di 4 anni – tale sarebbe il BTp 2031 tra un lustro – in Italia ha reso così poco, persino in condizioni monetarie estremamente accomodanti.

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