Banca Popolare dell’Emilia Romagna (BPER) ha emesso ieri un bond Senior Non Preferred per l’importo di 500 milioni di euro e con scadenza a 5 anni (ISIN: IT0005523896). Tuttavia, l’emittente ha facoltà di esercitare il rimborso anticipato dopo 4 anni. Dell’operazione si sono occupate HSBC, Morgan Stanley, NatWest Markets, UBS e Unicredit in qualità di Joint Bookrunners. La domanda è stata abbastanza alta, avendo attirato ordini per oltre 2 miliardi di euro da parte di 200 investitori istituzionali di tutto il mondo.

Grazie al riscontro positivo sul mercato, il bond BPER ha potuto tagliare il margine inizialmente fissato sopra il tasso “midswap” a 4 anni da 500 a 360 punti base.

Pertanto, per il bond BPER ha fissato una cedola del 6,125% a fronte di un prezzo di aggiudicazione di 99,847 centesimi. In altre parole, l’obbligazione offre un rendimento di poco superiore al 6,15%. La data di regolamento è stata fissata per il 12 dicembre. Quanto al rating, è atteso il giudizio Ba1 da parte di Moody’s, BB da Fitch e BB(low) da DBRS.

Il bond BPER sarà negoziato alla Borsa di Lussemburgo. La sua emissione rientra nella strategia di ottimizzazione della struttura del capitale con il Piano Strategico 2022-2025. La tipologia Senior Non Preferred ai più non dirà nulla. Essa inquadra un’obbligazione un po’ più rischiosa di quelle ordinarie o senior propriamente dette e meno di quelle subordinate.

Rischi del bond BPER

L’investitore si assume senza dubbio il rischio di credito acquistando il bond BPER. E l’alto rendimento esitato all’emissione segnala che esso non sarebbe teoricamente basso. D’altra parte, allo stato attuale chi volesse investire in un titolo di stato italiano a 5 anni, porterebbe a casa un rendimento del 3,15%, cioè il 3% in meno.

Un altro rischio a cui prestare attenzione riguarda alla possibilità di vedersi rimborsato il bond BPER con un anno di anticipo.

Ciò priverebbe l’investitore di un anno di cedole. E poiché è verosimile che ciò accada in un ambiente di bassi tassi di mercato, con il capitale disinvestito non troverebbe facilmente impieghi alternativi altrettanto fruttiferi e di pari grado di rischio.

Infine, possibile rischio sul piano della liquidità degli scambi. Dato l’importo non così elevato emesso, non possiamo dare per certo che alla Borsa di Lussemburgo si formi un mercato secondario efficiente per la compravendita del titolo. Se così non fosse, chi volesse disinvestire prima della scadenza incontrerebbe qualche difficoltà nel trovare acquirenti subito e ai prezzi di mercato.

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