La carenza di dollari, in gran parte provocata dal malgoverno, spinse l’anno scorso lo Sri Lanka nel dirupo finanziario. Una condizione che negli ultimi anni ha riguardato un numero crescente di economie emergenti, travolte da un lato dalle minori entrate legate al turismo a causa della pandemia, dall’altro dai forti rincari delle materie prime e dall’apprezzamento del dollaro. E così anche i bond dello Sri Lanka sono diventati carta straccia.

L’isola a sud-est dell’India e abitata da 22 milioni di persone è in default su 51 miliardi di dollari di debito estero, ma forse la soluzione è un po’ più vicina da qualche giorno a questa parte.

Un gruppo di creditori privati ha inviato una proposta al governo di Colombo, così come al Club di Parigi e al Fondo Monetario Internazionale (FMI), con ad oggetto bond per 12 miliardi di dollari.

Macro Linked Bonds e haircut

L’originalità della proposta risiede nel lancio dei cosiddetti Macro Linked Bonds. Si tratta di 10 obbligazioni di stato con scadenze dal 2028 al 2036 e che offrono cedole annue lorde da un minimo dell’8% al 9,50%. In generale, prevedono un “haircut” del 20%, cioè una riduzione del valore nominale, così come il taglio degli interessi stessi. Un modo per andare incontro alle esigenze di Colombo e alleggerirne l’indebitamento estero. La parte più interessante arriva adesso: le cedole dei bond dello Sri Lanka saranno ridotte nel caso in cui non fossero centrati alcuni obiettivi macroeconomici concordati tra il governo e l’FMI.

Ad esempio, se il PIL nel periodo 2026-2027 fosse compreso tra 93,4 e 96 miliardi di dollari, le cedole sui bond della Sri Lanka dal 2031 sarebbero tagliate del 2,50%. Se il PIL fosse tra 89,5 e 93 miliardi, il taglio salirebbe al 4,25%. Se il PIL si attestasse tra 86,1 e 89,5 miliardi, sarebbe del 6% e il capitale sarebbe ridotto del 5%. Infine, per un PIL tra 83,1 e 86,1 miliardi, le cedole sarebbero tagliate del 6% e il capitale del 15%.

A fine 2022, il PIL si attestava a 74,85 miliardi. Tra le altre condizioni annesse, il rapporto tra debito pubblico e PIL e il fabbisogno finanziario lordo nel 2027. Se questi superasse il 4,5% del PIL, automaticamente le cedole sarebbero ridotte in proporzione.

Bond Sri Lanka su, fine default vicina?

Il governo cingalese non ha ancora esitato una risposta. Tuttavia, il mercato ci crede. Già da settimane, i prezzi volgono al rialzo. Il bond con scadenza 11 maggio 2027 e cedola 6,20% in dollari (ISIN: USY8137FAH11) è salito venerdì scorso dell’1,73% sopra 47 centesimi, offrendo un rendimento lordo annuale di quasi il 35%. E stamane il bond 28 marzo 2030 con cedola 7,55% (ISIN: USY8137FAR92) guadagna il 2,55%, salendo a 46,64 centesimi e vedendo scendere il rendimento in area 26,80%.

Gli investitori stanno scontando una soluzione ravvicinata per il default e ciò si riflette in prezzi relativamente elevati. Tra l’altro, l’assistenza dell’FMI gioca a favore di un accordo, contrariamente ad altri casi come il Libano. Diversi paesi, tra cui India e Cina, risultano tra i creditori dello Sri Lanka e potrebbero contribuire per agevolare la ricerca di un’intesa con i creditori privati, al fine di non ritrovarsi nelle proprie vicinanze un paese destabilizzato dalla crisi finanziaria. Infine, va sottolineato come i Macro Linked Bonds, se avessero successo, potrebbero essere replicati in altri contesti emergenti, così da legare i costi dell’indebitamento alle effettive condizioni macroeconomiche dello stato debitore.

[email protected]