Se non avete sentito parlare di bond sovrani in oro, sarebbe il caso che riponeste qualche minuto della vostra attenzione. Avete presente l’India? E’ storicamente un’economia affamata di oro. I suoi abitanti ce l’hanno nel sangue la gioielleria, tanto che in autunno, con l’avvicinarsi della Festa delle Luci, nota come “Diwali” e durante la quale si celebra buona parte dei matrimoni nel sub-continente asiatico, le quotazioni internazionali dell’oro sono solite lievitare, in quanto la domanda qui s’impenna.

Si stima che i privati ne posseggano per 20.000 tonnellate, una quantità immensa, perlopiù detenuta come gioielleria per l’appunto o di doni presso i templi indù. Nel 2015, il governo di Nuova Delhi, ha lanciato uno schema per spronare i suoi 1,4 miliardi di abitanti a mettere a frutto una tale ricchezza, specie considerando le condizioni ancora di sottosviluppo in cui versa l’India. In cosa consiste? Nel fare emettere alla Reserve Bank of India, la banca centrale, titoli di stato legati all’oro e che staccano cedole periodiche.

Il piano Modi sull’oro impatta il mercato mondiale 

Ogni bond emesso corrisponde a 1 grammo di oro. Se ne possono acquistare fino a un massimo pari a 4 kg per anno fiscale, 20 kg per i trust ed entità simili. Possono essere acquistati solo da residenti in India, sebbene a coloro che perdessero tale status venga consentita la detenzione fino alla data di disinvestimento anticipato o della scadenza. Hanno durata di 8 anni, ma è prevista la possibilità di rimborso anticipato a decorrere dal quinto anno. Per quanto non volessero o potessero aspettare, nessun problema: questi bond vengono quotati presso la Borsa di Mumbay, come se fosse un titolo azionario, soggetto chiaramente a oscillazioni sulla base della domanda e dell’offerta.

Investire in bond sovrani legati all’oro converrebbe?

L’ultima emissione risale alla metà di gennaio, la quinta serie dell’anno fiscale 2018/2019 che si conclude il prossimo 31 marzo.

Il titolo è stato emesso con cedola annua garantita del 2,50% e a 3.214 rupie per grammo, a 3.164 rupie per quanti lo avessero acquistato online, godendo di uno sconto di 50 rupie rispetto al prezzo ufficiale. Al cambio di quasi un mese fa, parliamo di 45,42 dollari, nettamente a premio rispetto alle quotazioni delle sedute precedenti dell’oro, quando valeva a una media di 41,50 dollari al grammo. In teoria, il prezzo di emissione dovrebbe essere pari alla media di quello di chiusura dell’oro nelle tre sedute della settimana precedente alla data di lancio. Qui, ci risulta del 10% superiore. La differenza sarebbe il riflesso delle più alte quotazioni del metallo in India, dove l’elevata domanda le tiene su valori solitamente apprezzati rispetto a quelli medi internazionali.

L’obiettivo del governo consiste anche nel colpire il disavanzo commerciale, alimentato tra l’altro dalle ingenti importazioni di oro in India. Viene da chiedersi se la quotazione regga il confronto con l’oro, cioè se abbia senso acquistare questi bond sovrani in oro, anziché puntare sull’oro fisico direttamente o sugli Etf o ancora i titoli azionari delle società minerarie. A tale proposito, abbiamo esaminato l’andamento del bond maggio 2026, emesso nel maggio dello scorso anno a 3.065 rupie, pari a circa 39 euro al grammo di allora, anche in questo caso del 10% al di sopra delle quotazioni internazionali, che erano a meno di 36 dollari. Ieri, lo stesso bond chiudeva a 3.048 rupie, cioè nel frattempo ha perso lo 0,55%. Per capire se, da investitori dell’Eurozona, ci avremmo perso o guadagnato, dovremmo guardare alle variazioni dei tassi di cambio. Ebbene, la rupia indiana contro l’euro ha perso in questi quasi 9 mesi il 2,8%.

E l’oro? Ha guadagnato lo 0,66%, ma in dollari. Pertanto, dobbiamo anche capire cosa abbia fatto nel contempo il cambio euro-dollaro.

E scopriamo che ha perso il 3%. Riepilogando, le 3.065 rupie del maggio scorso, alla data di emissione del bond valevano quasi il 3% in più di oggi. Viceversa, l’oro si è apprezzato (in dollari) di due terzi di punto percentuale, che in euro fanno +3,66%. Per sintetizzare, se avessimo comprato oro avremmo guadagnato oltre 3 punti e mezzo tra rialzo delle quotazioni ed effetto cambio, mentre investendo nel bond sovrano indiano, abbiamo perso quasi 3 punti e mezzo, sempre tra calo delle quotazioni e indebolimento della rupia contro l’euro. Vero è, però, che tale perdita sarebbe risultata in grossa parte ammortizzata dalla cedola annuale lorda del 2,50% e che le alternative prevedono spesso spese di commissioni elevate, finanche al 25-30% nel caso di detenzione di oro fisico. Pertanto, l’investimento avrebbe un senso, pur tra le cautele di cui sopra. Non resta che sperare che il governo indiano apra il suo mercato agli investitori stranieri. La maggiore liquidità sosterrebbe le quotazioni, potenzialmente garantendo risultati migliori. Ad oggi, però, siamo tagliati fuori da un simile investimento.

La rivoluzione dell’India: l’oro produrrà interessi

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