Sebbene i rendimenti obbligazionari siano saliti bruscamente sui mercati internazionali, l’inflazione nell’ultimo anno è rimasta nettamente più alta. In termini reali, i bond oggi offrono ancora meno di qualche tempo fa. Chiaramente, il discorso cambia scontando tassi d’inflazione futuri più bassi. C’è stato un bond sovranazionale, tuttavia, che dalla sua emissione di due anni fa ha reso ben più dell’inflazione (ISIN: XS2298601514). L’emittente è la Banca Europea per gli Investimenti (BEI). L’operazione risale al febbraio del 2021 e avvenne in pesos messicani per 750 milioni (circa 30 milioni di euro al cambio di allora).

In sé la cedola non sembrò così strabiliante: tasso fisso lordo annuo del 4,50%. Ha scadenza in data 16 febbraio 2028. Pertanto, l’obbligazione nacque con una durata di sette anni. Oggi, ne presenta una residua poco inferiore ai cinque anni.

Considerate che nel febbraio di due anni fa, il BTp a 7 anni offriva un rendimento dello 0,30% o giù di lì. Il Bund di pari durata del -0,50%. Dunque, il bond sovranazionale staccava cedola elevata per i tempi. Anche oggi, ad una quotazione sul mercato secondario di circa 80 centesimi, garantisce un rendimento alla scadenza alto: 9,65%. Come sappiamo, le valute emergenti come i pesos messicani presentano un rischio di cambio che il mercato sconta attraverso rendimenti pretesi a livelli più alti di quelli spuntati sui bond denominati in valute forti.

Bond sovranazionale contro inflazione

Questo bond sovranazionale debuttò pochi giorni dopo l’emissione sul mercato a una quotazione di quasi 94 centesimi. Per acquistare un lotto minimo di 1.000 pesos, avremmo speso 938,40 pesos. Al cambio di allora, erano 37,54 euro. Se avessimo rivenduto ieri, avremmo incassato appena 801,60 pesos. Ma nel frattempo il tasso di cambio contro l’euro è sceso da 25 a 19,46, cioè la valuta messicana si è rafforzata del 28%. Al cambio attuale, avremmo un capitale di 41,19 euro. Malgrado il crollo della quotazione, grazie al fattore cambio avremmo realizzato una plusvalenza.

E ci sono le cedole da considerare per il calcolo del rendimento complessivo: 45 pesos incassati il 16 febbraio 2022 e altri 45 quest’anno, oltre al rateo attivo relativo al periodo che va dal 16 febbraio di quest’anno alla vendita del bond sovranazionale ipotizzata nella seduta di ieri. In tutto, altri circa 4,30 euro. Il rendimento lordo sarebbe stato nel periodo considerato del 21%. Al netto dell’imposta, staremmo comunque sul 18,50%. In questo biennio, l’inflazione cumulata in Italia è risultata del 15%. Ed è così che il bond sovranazionale in pesos messicani sarebbe riuscito a battere l’inflazione.

Com’è stato possibile? Il cambio avrebbe giocato a nostro favore. La valuta emergente ha avuto la meglio grazie ai rincari delle materie prime di cui il Messico è esportatore. Gli alti rendimenti ancora oggi offerti segnalano, però, che per i prossimi anni il mercato crede che l’euro si rafforzi contro il peso messicano. Ricordiamo, infatti, che il rischio di credito del bond sovranazionale è sostanzialmente nullo, dato che la BEI ha rating tripla A.

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