Mercoledì 21 febbraio, Autostrade per l’Italia è tornata sul mercato obbligazionario con l’emissione di un nuovo bond “Sustainability-linked” per l’importo di 1 miliardo di euro e in doppia tranche. Il precedente collocamento risaliva al giugno dell’anno scorso, quando fu offerto un titolo sempre legato agli obiettivi di sostenibilità ambientale e che raccolse ordini per 4,3 miliardi per il decennale con cedola 5,10%. Ad essersi occupate dell’operazione sono state le seguenti banche: Banca Akros, Bank of America, Barclays, Caixabank, Deutsche Bank, Morgan Stanley, Imi-Intesa Sanpaolo, Natixis, Societe Generale e Unicredit.

Condizioni delle due tranche

Dicevamo, bond Autostrade per l’Italia in doppia tranche, ciascuna delle quali di 500 milioni. La prima ha scadenza in data 28 giugno 2032, per cui presenta una durata iniziale di otto anni e quattro mesi. La cedola è stata fissata al 4,25% e il prezzo di re-offer è stato di 99,272 centesimi. La domanda finale ha raggiunto i 3,9 miliardi, quasi otto volte l’offerta. Dai nostri calcoli è emerso che il rendimento lordo annuale esitato è stato del 4,37%, a premio di 166 punti base sul tasso “midswap”. Prima dell’emissione, le previsioni erano per un premio in area 200 punti base.

La seconda tranche scade in data 28 giugno 2036 e offre una cedola annua lorda del 4,60%. Prezzo di re-offer di 99.648 centesimi e ordini finali per 2,8 miliardi. In questo caso, il rendimento lordo sale al 4,65% annuo, a premio di 189 punti base sul tasso “midswap”. Le attese erano per un premio nell’ordine dei 225 punti base.

Rating bassi, c’entra il debito pubblico

L’elevata domanda ha consentito, quindi, al bond di Autostrade per l’Italia di esitare rendimenti inferiori alle attese. Tuttavia, rimangono relativamente allettanti. I rating assegnati non sono alti: BBB- da S&P, BBB da Fitch e Baa3 da Moody’s. In effetti, le basse valutazioni delle agenzie internazionali risentono del rating sovrano altrettanto debole.

E ciò è dovuto al fatto che l’emittente è una società controllata dallo stato sin dal 2022. Il 51% del suo capitale lo possiede ora Cdp Reti, a sua volta veicolo di Cdp in mano al Tesoro. Fino a meno di due anni fa, il controllo era nelle mani di Atlantia, la holding della famiglia Benetton.

Differenze tra bond Autostrade e BTp

Nei fatti, i bond Autostrade si possono considerare debito quasi-sovrano. Ciononostante, i loro rendimenti sono sottoposti a una ritenuta fiscale del 26% e non del 12,50% applicata ai titoli di stato e ai Buoni fruttiferi postali. Tenetelo in mente prima di fare paragoni con i BTp, che offrono meno lungo la curva, ma scontano anche una minore imposizione fiscale.

Con l’emissione del bond Autostrade di questa settimana, spiega il Cfo Piergiorgio Peluso, il debito sostenibile societario sale a 6 miliardi e vale il 40% del totale, in linea con l’obiettivo perseguito.

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