Le azioni in borsa hanno accusato l’ennesimo duro colpo, mentre il bond emesso dalla Juventus nel 2019 e in scadenza il 19 febbraio 2024 (ISIN: XS1915596222) si è deprezzato di neppure mezzo punto percentuale a inizio settimana. Dopo che il CDA della società bianconera ha approvato il bilancio al 30 giugno 2023, sono emersi due dati sopra tutti: le perdite di esercizio sono state di 123,7 milioni di euro e servirà un aumento di capitale fino a 200 milioni per ripianare la situazione finanziaria. Questo è il terzo in quattro anni e, se confermato, porterà l’esborso complessivo a 900 milioni.

La relativa buona performance del bond Juventus si può spiegare in vari modi. Per prima cosa, dobbiamo partire dal prezzo: 98,40 centesimi, stando all’ultima quotazione di lunedì. Sembra molto alto e, in effetti, è vicino alla pari. Ma bisogna considerare che stiamo parlando di un titolo in scadenza tra poco più di quattro mesi. Di fatti, offre un rendimento intorno all’8% su base annua. A titolo di confronto, il BoT a 3 mesi offre il 3,75%. Quando l’emissione avvenne agli inizi del 2019, il tasso offerto fu di appena il 3,375%. Erano ancora i tempi dei rendimenti negativi, ma indubbio fu il successo per il club, capace allora di ottenere la fiducia degli investitori.

Bond Juventus ripagato con aumento di capitale

La premessa si è resa necessaria per capire che già il mercato aveva scontato i rischi. Questa, però, non sembra l’unica ragione della tenuta del prezzo. Dalle dichiarazioni rese dalla società è emerso che il bond Juventus non sarà rimpiazzato da un altro. E’ in genere così che si rifinanzia un debito. A meno di detenere liquidità più che a sufficienza, si emette una nuova obbligazione per ripagare quella in scadenza. Tuttavia, a queste condizioni di mercato il costo degli interessi sarebbe altissimo per la società. Sui 175 milioni eventualmente emessi per estinguere l’importo esatto del titolo in circolazione, oggi come oggi la Juventus rischierebbe di pagare un tasso in doppia cifra.

Ed è così che parte dell’aumento di capitale potrà servire a ripagare il bond Juventus, sebbene saranno possibili anche altre forme di finanziamento meno costose (prestiti bancari). E’ perfettamente comprensibile che le azioni vadano giù e l’obbligazione resti più o meno stabile. Saranno le prime a pagare la seconda, per cui il rischio di credito alla scadenza appare obiettivamente remoto. Ricordiamo che il club è in mano ad Exor, la holding della famiglia Agnelli-Elkann. Ragioni di credibilità impongono alla dinastia piemontese di salvaguardare la reputazione ripagando i debiti al mercato.

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