Si è concluso con un grande successo il collocamento del bond di Cassa depositi e prestiti (CDP) con scadenza 4 dicembre 2029 (ISIN: IT0005568719) e rivolto esclusivamente al pubblico retail. Le sottoscrizioni erano iniziate il 7 novembre scorso e si sarebbero dovute concludere il 27 del mese. L’importo offerto inizialmente era stato di 1,5 miliardi di euro, ma dopo le prime quattro giornate l’emittente lo ha aumentato a 2 miliardi, il massimo previsto nel prospetto informativo. E martedì scorso comunicava che il collocamento si sarebbe concluso in anticipo il giorno dopo, cioè quasi due settimane prima della data finale fissata.

Ordini in eccesso, previsto il riparto

Adesso, emergono nuovi dettagli sul nuovo bond CDP a 6 anni. Le sottoscrizioni sono arrivate a 3,5 miliardi di euro da parte di circa 100 mila investitori individuali. Ne consegue che in media ciascuno abbia prenotato intorno ai 35.000 euro di obbligazioni, un importo maggiore dei 27-28.000 a cui sono stati piazzati nei mesi scorsi i due BTp Valore del Tesoro. Sappiamo, tuttavia, che non tutti gli ordini potranno essere evasi. Tutti gli investitori riceveranno titoli almeno pari al lotto minimo di 1.000 euro. Superata la soglia massima dei 2 miliardi, la quota eccedente sarà distribuita tramite riparto, come da prospetto informativo.

Caratteristiche bond CDP 2029

A cosa si deve il successo del bond CDP? Questo titolo stacca una cedola lorda annua del 5% per i primi tre anni e con cadenza trimestrale ogni 4 marzo, 4 giugno, 4 settembre e 4 dicembre dell’anno. Dopo il terzo anno, la cedola diventa variabile e pari all’Euribor a 3 mesi più un margine dello 0,90%, che a questo punto diventa definitivo. In nessun caso la cedola variabile potrà risultare inferiore a zero. Il “floor” garantisce l’investitore in uno scenario di tassi in calo, sebbene abbiamo avuto modo di scrivere che si tratti di una garanzia più formale che sostanziale. La discesa sottozero avverrebbe, in effetti, solamente se l’Euribor a 3 mesi risultasse inferiore al -0,90%.

Non è mai accaduto sinora. E veniamo da anni di tassi negativi.

La notizia altrettanto interessante riguarda l’assenza di un “cap”, vale a dire di un tasso massimo. Anche in questo caso, però, non bisogna entusiasmarsi più di tanto. L’Euribor a 3 mesi è atteso in calo nei prossimi anni dopo essere salito al 4% dal -0,50% a cui viaggiava agli inizi del 2022. Realmente interessante, invece, la tassazione di favore applicata sui rendimenti del bond CDP: 12,50%, la stessa prevista per i titoli di stato. Dopo la data di emissione, l’obbligazione sarà negoziabile sul Mercato obbligazionario Telematico di Borsa Italiana.

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