Dopo l’ennesimo aumento dei tassi d’interesse da parte della Banca Centrale Europea (BCE), il mercato dei mutui è più che mai sotto stress. Una realtà che riguarda tutte le principali economie avanzate del pianeta. Fino ad un anno fa o poco più, i tassi erano molto bassi, mentre adesso sono lievitati ai massimi da quindici anni a questa parte. Le rate dei mutui a tasso variabile sono esplose e così anche quelle per i nuovi mutui a tasso fisso.

E il futuro cosa riserverà alle famiglie? Che possa sembrare strano a dirsi, una risposta arriverebbe dal bond di Cassa depositi e prestiti (CDP) con scadenza 28 giugno 2026 (ISIN: IT0005374043).

Confronto con BTp 3 anni cedola fissa

Questa obbligazione fu emessa nel giugno 2019 con una durata iniziale di sette anni. Per i primi due anni staccò una cedola lorda annuale del 2,70%. Dal 28 giugno 2021 e fino alla scadenza staccherà ogni quattro mesi cedole annuali pari all’Euribor a 3 mesi più uno spread dell’1,94%. Sappiamo che questo è un tasso di riferimento per il mercato dei mutui a tasso variabile. Il suo valore in vigore due giorni lavorativi prima dell’inizio di ogni periodo cedolare sarà quello a cui verranno agganciati i tassi del bond CDP.

Allo stato attuale, il titolo presenta una quotazione superiore a 103, nettamente sopra la pari. Al netto dell’Euribor a 3 mesi, essa corrisponde ad un rendimento alla scadenza dello 0,87%. Possiamo confrontare tale rendimento con quello offerto dal BTp di durata simile con cedola fissa. Questo offriva ieri intorno al 3,55%. Dobbiamo considerare, però, che in questa fase i bond CDP rendono a premio sui titoli di stato lungo le scadenze per circa lo 0,30%. Dunque, un bond CDP con scadenza nel 2026 e con cedola fissa verosimilmente oggi come oggi offrirebbe intorno al 3,85%.

Bond CDP, ecco attese su Euribor 3 mesi

Da quanto detto deriva che il bond CDP agganciato all’Euribor a 3 mesi rende qualcosa come il 3% in meno di una scadenza ordinaria.

Esso sarebbe il valore medio per il prossimo triennio scontato dal mercato con riferimento proprio all’Euribor a 3 mesi. Questi viaggia ormai poco sotto il 3,60%. Secondo i futures, raggiungerebbe l’apice del 3,90% entro settembre. In altre parole, il mercato prezza almeno un altro aumento dei tassi dello 0,25%. E ne intravede già un secondo e ultimo della stessa entità per dopo l’estate.

Detto questo, il 3% medio per i prossimi tre anni significa che i tassi saranno più bassi di oggi di oltre mezzo punto percentuale. Come sempre, le medie poco ci dicono dell’evoluzione mese mese. Potrebbe accadere o che i tassi restino elevati ancora per molto e scendere repentinamente tra qualche anno, magari a seguito di una recessione economica nell’Area Euro, o che scendano progressivamente e lentamente nel tempo poco tempo dopo avere toccato il picco. Se le aspettative sull’Euribor si affievolissero nei prossimi mesi, assisteremmo a una relativa perdita di interesse verso il bond CDP. Parimenti, però, vi sarebbe un ritrovato interesse a favore dell’intero mercato obbligazionario in uno scenario di calo dei tassi.

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