Cosa ne diresti se qualcuno ti proponesse di fare un investimento con tasso di interesse garantito del 9,50% all’anno? Non ci penseresti molto probabilmente due volte, specie se ti dicessero che porteresti il tuo capitale presso un soggetto molto solido. Così dicono le agenzie di rating, che ne valutano il debito con giudizi positivi: A+ per S&P e A1 per Moody’s. L’investimento in questione è un bond bancario (ISIN: XS2734972263) e l’emittente è Barclays, uno degli istituti più importanti e noti nel mondo.

Come avrete capito, la cedola offerta è del 9,50%. Altissima anche in una fase come questa di tassi di interesse ai massimi da inizio millennio sui mercati avanzati.

Bond bancario in dollari e ventennale

Non è nostra intenzione spegnere l’entusiasmo, ma risulta utile apportare alcune informazioni in più per farsi una valutazione più razionale del bond bancario. La sua emissione risale all’inizio di questo mese e la scadenza è stata fissata per il 2 aprile del 2044. In pratica, stiamo parlando di un titolo della durata ventennale. Ciononostante, sembra molto appetibile. Considerate che il T-bond degli Stati Uniti a 20 anni offre attualmente un rendimento annuo lordo sotto il 4,90%.

Perché il confronto con i titoli del debito federale degli States? Il bond bancario di cui sopra è denominato in dollari Usa. Già questa è una prima precisazione di cui tenere conto. L’investitore dell’Area Euro fronteggia un rischio di cambio per l’eventualità che il dollaro si deprezzi contro la moneta unica. In quel caso, il rimborso del capitale e della cedola alla scadenza o il loro valore alla data del disinvestimento anticipato si deprimerebbero dopo la conversione in euro.

Cedola pagata in unica soluzione

E ora veniamo alla caratteristica saliente del bond bancario: paga la cedola in un’unica soluzione o alla scadenza o alla data di esercizio della call.

Infatti, l’emittente si riserva la facoltà di procedere al rimborso anticipato dopo un anno dall’emissione e fino al diciannovesimo anno. Fino ad allora, l’obbligazionista non riceverà alcunché. La cedola si accumula nel tempo. Dopo un anno sarà di 95 dollari per ogni 1.000 dollari di capitale nominale. Salirà, ad esempio, a 475 dollari dopo cinque anni, a 950 dopo dieci e alla scadenza dei venti anni arriverà a 1.900 dollari.

Capite bene che la musica cambia. Una cosa sarebbe riscuotere la cedola anno dopo anno, un’altra aspettare il rimborso anticipato o la scadenza del bond bancario. Se hai comprato il titolo alla pari, il tuo rendimento dopo venti anni scende effettivamente al 5,47% lordo. Ciò si ha in considerazione del fatto che la cedola accumulata perde valore con il trascorrere del tempo. Ricevere 95 dollari oggi non è come averli nel 2044.

Rischio di reinvestimento

L’investitore, acquistando il bond bancario, va incontro anche al rischio di reinvestimento. Esso si ha nel caso di esercizio della call. Se Barclays richiama il titolo, perderebbe l’opportunità di percepire la cedola per il periodo rimanente della durata massima ventennale. Ed è probabile che ciò avvenga se i tassi di mercato scendono. A quel punto, l’istituto troverà conveniente estinguere il debito pagandolo con un’emissione meno onerosa. Ma se i tassi scendono, significa che l’investitore verosimilmente non troverà asset altrettanto redditizi in cui impiegare la liquidità ottenuta con il rimborso di capitale e maxi-cedola.

Un aspetto positivo del bond bancario di cui stiamo parlando è che sul mercato secondario si acquista per il momento sotto la pari. Questo significa che l’obbligazionista spende un po’ di meno rispetto al valore nominale, per cui matura un guadagno alla scadenza o nel caso di rivendita anticipata. Per l’esattezza la quotazione di ieri si aggirava intorno ai 97,15 centesimi.

E questo innalzava il rendimento lordo alla scadenza al 5,77%.

Esercizio call più probabile con taglio dei tassi

L’aspetto tecnico rileva anche ai fini dei possibili movimenti futuri dei prezzi. Nel caso di un taglio dei tassi di interesse, come sappiamo i rendimenti obbligazionari tendono a muoversi in calo. Di contro a salire sono le quotazioni. Per questo bond bancario vorrebbe dire anche che aumenterebbero le probabilità di esercizio della call. Da un lato è da considerarsi negativo per chi avesse puntato ad investire confidando nella durata ventennale dell’investimento. Dall’altro è positivo per due ragioni. La prima è che difficilmente la quotazione potrà allontanarsi troppo dalla pari, sia che si tratti di un rialzo o di un ribasso. Ricordiamo, infatti, che il rimborso anticipato avverrebbe a 100, per cui prezzi troppo alti infliggerebbero perdite agli acquirenti; troppo bassi incentiverebbero all’acquisto.

Quotazione sul mercato secondario più stabile

Per questa ragione il bond bancario sarebbe destinato a una certa stabilità sul mercato secondario. Inoltre, se il rimborso anticipato avvenisse, il rendimento effettivo per l’obbligazionista salirebbe. Dicevamo, esso risulta attualmente del 5,77% agli attuali prezzi di mercato. Ma se Barclays annunciasse l’esercizio della call tra dieci anni, ad esempio, s’impennerebbe sopra il 7,20% E dopo soli cinque anni sarebbe al 9,40%. Perché? Il valore della maxi-cedola accumulata sino ad allora risulterebbe maggiore rispetto a quella dopo venti anni. Inoltre, la plusvalenza maturata si “spalmerebbe” su cinque o dieci anni, anziché su venti.

Bond bancario opportunità con diverse cautele

In conclusione, il bond bancario con maxi-cedola al 9,50% deve essere capito bene prima di investire. E’ denominato in dollari Usa, paga la cedola in un’unica soluzione e può essere rimborsato anticipatamente già ad un anno dall’emissione. Il rendimento effettivo per l’investitore sarà più basso di quanto faccia intendere la cedola, a meno di riuscire a comprare sul secondario a quotazioni nettamente sotto la pari. Per quanto spiegato, sarebbe difficile. A meno che la prospettiva di un taglio dei tassi si allontanasse o, in futuro, vi fosse persino quella di un rialzo.

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