Mercoledì 14 settembre, il Tesoro punterà a raccogliere fino ad altri 7,5 miliardi di euro attraverso un’asta di BTp a medio-lungo termine. Saranno tre i titoli in offerta:

  • BTp 15 agosto 2025, cedola 1,20% (ISIN: IT0005493298), 2,25-2,75 miliardi, nona tranche;
  • BTp 15 giugno 2029, cedola 2,80% (ISIN: IT0005495731), 2,75-3,25 miliardi, settima tranche;
  • BTP 1 settembre 2046, cedola 3,25% (ISIN: IT0005083057), 1-1,50 miliardi, diciannovesima tranche.

Come potere vedere, ce n’è per tutti: sia per chi volesse puntare su un titolo di durata residua relativamente breve per impiegare la liquidità in un orizzonte temporale non lungo; sia per chi volesse inserire in portafoglio un titolo sufficientemente lungo e, infine, sia per chi volesse puntare su un orizzonte lunghissimo, magari a scopo speculativo.

Rendimento BTp 2046 sopra 4,25%

L’asta BTp attira forse più per l’ex trentennale in scadenza nel 2046 e che, quindi, ha oramai una durata residua di 24 anni. Nelle ultime cinque settimane, ha perso ben il 17%, scendendo a una quotazione di circa 87,50 centesimi nella seduta di venerdì scorso. A ciò corrispondeva un rendimento lordo annuo di poco superiore al 4,25%. Una remunerazione importante, anche perché essa arriva per l’87% dalla cedola effettiva, vale a dire dal flusso periodico incassato dall’obbligazionista.

Va riconosciuto, però, che il premio offerto rispetto al BTp a 10 anni sia molto basso. Si aggira a meno dello 0,20%, ragione per cui molti di voi si staranno chiedendo se non sarebbe meglio puntare sulla scadenza di quattordici anni più corta. Dipende, soprattutto, da quale sia il vostro obiettivo. Se volete inserire in portafoglio un bond per rivenderlo a prezzi più alti prima della scadenza, il BTp 2046 farebbe al vostro caso. Esso risulta negoziato nettamente sotto la pari e con una cedola così sostanziosa, quando i tassi di mercato scenderanno è probabile che salirà nettamente sopra la pari. Un anno fa, ad esempio, stava sopra 135.

Asta BTp a ridosso delle elezioni

D’altra parte, c’è anche chi ritiene che meglio sarebbe mettersi al sicuro con l’acquisto di un bond oggi che offre un rendimento del 4,25% per quasi il prossimo quarto di secolo.

L’alternativa sarebbe rischiare di acquistare un titolo più corto, ma trovarsi alla sua scadenza nell’impossibilità di percepire un rendimento altrettanto allettante. Insomma, questione di punti di vista e di strategie d’investimento.

Di certo c’è anche che l’asta BTp di metà settembre arriva a pochi giorni dalle elezioni politiche. Sarà un ennesimo test per valutare l’appetibilità del mercato sovrano tricolore in una fase così turbolenta da più punti di vista. Ad oggi, malgrado l’impennata dello spread, il Tesoro è riuscito a concludere ogni operazione senza problemi. Gli alti rendimenti italiani attirano ordini anche all’estero.

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