Il Tesoro punta a raccogliere fino a 7,5 miliardi di euro con le emissioni di tre BTp a medio-lungo termine in asta questo mercoledì 29 novembre. In offerta ci sarà la quinta tranche del bond a 5 anni, la settima tranche del bond a 10 anni e la ventunesima tranche del CcTeu 2026. Vediamo le caratteristiche e i termini dell’offerta.

L’emissione del BTp a 5 anni riguarda la scadenza in data 1 febbraio 2029 con cedola 4,10% (ISIN: IT0005566408) per 2,5-3 miliardi. Ad una quotazione in area 101,40, questo titolo rende attualmente quasi il 3,85% lordo.

Sotto la pari, invece, quota il nuovo BTp a 10 anni con scadenza 1 marzo 2034 e cedola 4,20% (ISIN: IT0005560948) per 3-3,5 miliardi. A meno di 99 centesimi, rende poco meno del 4,40%, sostanzialmente quanto il bond decennale in scadenza a novembre del 2033.

Segnali dal CcTeu 2026

Infine, abbiamo il CcTeu 15 aprile 2026 con spread sull’Euribor a 6 mesi dello 0,50% (ISIN: IT0005428617) per 0,75-1 miliardo. Questo è un bond atipico rispetto ai due precedenti, in quanto la sua cedola risulta agganciata ai tassi di mercato semestrali. Al netto di tale componente, considerato che si acquista a poco sopra la pari, offre un rendimento lordo dello 0,33%. Esso si confronta con il 3,58% del bond del Tesoro di pari durata e con cedola fissa.

La differenza del 3,25% equivale all’Euribor a 6 mesi atteso in media per i prossimi quasi due anni e mezzo. Venerdì scorso, esso era al 4,07%. Dunque, il mercato si aspetta un calo dei tassi per il medio-lungo termine, il che è coerente con il fatto che questi avrebbero raggiunto sostanzialmente il picco e già dal 2024 dovrebbero iniziare a scendere.

Emissioni BTp a prezzi convenienti

Alla luce proprio di questo dato, abbiamo che le emissioni dei BTp con cedola fissa appaiano relativamente accattivanti a questi rendimenti. Con tassi in calo, i quali evidentemente rifletterebbero un’inflazione anch’essa calante, le abbondanti cedole di questi mesi saranno oro in futuro.

E dobbiamo aggiungere che i prezzi dei bond a medio-lunga scadenza dovrebbero risalire, consentendo eventualmente all’obbligazionista di disinvestire realizzando anche qualche margine di profitto.

[email protected]