
Rendimenti ancora in rialzo per i BTP a 5 anni italiani. Il Tesoro ha emesso oggi titoli a lungo termine per 3 miliardi di euro e scadenza 15 Settembre 2016 a tasso fisso del 4,75% (Isin: IT0004761950) offrendo un rendimento del 6,49%, in rialzo rispetto al 6,29% del collocamento precedente e ai massimi dall’introduzione dell’euro. La domanda è stata sostenuta, ma non troppo, pari a circa 1,4 volte l’ammontare messo in asta dal Ministero dell’Economia e delle Finanze, ma non è servita ad attenuare le tensioni che permangono sul mercato internazionale dei titoli di stato europei che vede ancora lo spread BTP Bund rimanere ampiamente sopra i 460 punti base. Di riflesso, sul mercato secondario, i rendimenti restano elevati soprattutto sulla parte lunga della curva che supera tranquillamente l’8% a scadenza, mentre la parte corta ha visto un buon recupero dei prezzi grazie soprattutto all’imminente approvazione della manovra finanziaria del governo Monti che dovrebbe aver messo in sicurezza i conti dello Stato almeno per il breve periodo. Intanto il Giappone ha sottoscritto ieri 260 milioni di euro in bond a tre mesi collocati ieri dal fondo Salva-Stati europeo (Efsf). Tokyo aveva già partecipato ad altre emissioni dell’Efsf da inizio 2011 investendo quasi 3 miliardi di euro in obbligazioni a medio e lungo termine. Da segnalare che in mattinata sono stati resi noti anche i risultati dell’asta della Grecia, che ha emesso 1,625 miliardi di euro di titoli di stato con scadenza a sei mesi, a un tasso del 4,95%. Mentre in Germania il governo tedesco ha collocato in asta Shatz (titoli di Stato a 2 anni) per 4,18 miliardi di euro con un rendimento dello 0,29%, il minimo dall’introduzione dell’euro, 10 punti base in meno rispetto allo 0,39% pagato da Berlino nell’analoga asta del 16 novembre.
La domanda è stata nettamente superiore all’offerta (5,98 miliardi) ed è indicativa del clima di incertezza e paura che gli investitori internazionali stanno vivendo nell’area euro, al punto che preferiscono rimetterci qualcosa pur di stare al sicuro (al netto dell’inflazione tedesca, i titoli a due anni appena venduti hanno un rendimento negativo).
TITOLI DI STATO SPAGNOLI: TUTTO ESAURITO
Che le difficoltà della zona euro si concentrino in particolar modo in Italia, lo si capisce andando ad analizzare il risultato delle recenti emissioni pubbliche spagnole, considerate a rischio come quelle (se non di più) dell’Italia. Madrid ha infatti collocato “letras” (titoli a 12-18 mesi), riuscendo a raccogliere un ammontare ben superiore al target, a fronte di rendimenti in flessione. Il tesoro spagnolo ha infatti venduto bond per un valore di 4,94 miliardi di euro, ben al di sopra dell’obbiettivo prefissato alla vigilia, pari a un massimo di 4,25 miliardi di euro. I titoli di stato con scadenza a 12 mesi sono stati collocati per un valore di 3,44 miliardi di euro, a un rendimento medio del 4,050%, contro il 5,022% del collocamento precedente, avvenuto lo scorso 15 novembre. Le rischiestesono state di ben 3,14 superiori all’offerta, a testimonianza del fatto che la domanda per questi bond si è più che triplicata, contro il bid-to-cover precedente di 2,13. Ancora più forte la richiesta dei bond con scadenza a 18 mesi: in questo caso la domanda si è quasi quintuplicata, con il bid-to-cover pari a 4,97 volte. A risentirne positivamente è stato lo spread fra i bonos decennali e i bund tedeschi, sceso a 370 punti base, 100 punti in meno rispetto ai BTP italiani, che ha portato il rendimento del rispettivo titolo di stato spagnolo decennale al 5,8%. (Spagna: emessi buoni del tesoro per 4,94 miliardi di euro)
ALLE BANCHE ITALIANE SERVONO PIU’ DI 15 MLD DI EURO
E mentre continuano a piovere critiche sulla classe politica italiana, incapace di tagliare a fondo la spesa pubblica e gli sprechi, l’EBA (autorità di vigilanza del sistema bancario europeo) fa sapere che le banche italiane dovranno ricapitalizzare ancora nel 2012.