Domani 25 novembre si terrà una nuova asta di BoT a 6 mesi (ISIN: IT0005518524) per l’importo di 5 miliardi di euro. I titoli avranno data di godimento al 30 novembre prossimo e arriveranno a scadenza il 31 maggio 2023. In circolazione vi sono al momento BoT a 6 mesi per un controvalore di 29,40 miliardi di euro. Compresi i BoT a 12 mesi, i titoli di stato a breve termine sin qui emessi ammontano a 111,2 miliardi.

I nuovi BoT a 6 mesi arrivano in una fase positiva per il mercato sovrano italiano.

Gli spread si sono ristretti nelle ultime sedute. Sul secondario, il rendimento su questa scadenza si colloca in area 2,15%. Pur in rialzo dal 2,049% esitato all’asta di BoT a 6 mesi di ottobre, le distanze con la Germania si sono ridotte nel frattempo da una cinquantina a circa 40 punti base. Sul tratto a 2 anni, lo spread è sceso da 80 a 60 punti. Infine, il BTp a 10 anni offre un premio di 190-195 punti sul Bund di pari durata. Era a 220 punti un mese fa.

Per quanto detto, dovremmo aspettarci un rendimento all’asta dei BoT a 6 mesi vicino al 2,20%. E ciò corrisponderà a un prezzo di emissione in area 98,90 centesimi. In altre parole, a fronte di 1.000 euro di capitale nominale investito, spendereste circa 989 euro. All’inizio dell’anno, avreste dovuto sborsare più di 1.000 euro, dato che i rendimenti erano ancora negativi sul tratto medio-breve della curva.

Asta BoT a 6 mesi, ultime occasioni?

Guardando al trend di quest’anno, sembra che il BoT a 6 mesi abbia toccato il minimo di prezzo e il massimo di rendimento. Dalla fine di ottobre assistiamo a una sorta di plateau, vale a dire all’appiattimento della curva. Come se da qui in avanti il rendimento non fosse più in grado di salire ulteriormente. Se così, significa che queste sarebbero le ultime aste appetibili per questa scadenza.

Va detto che il tratto breve della curva risente più direttamente della politica monetaria. Finché i tassi di riferimento della BCE saranno attesi in crescita, improbabile che i rendimenti si sgonfino in misura vistosa. D’altra parte, con un’inflazione che non molla la presa, i BoT a 6 mesi possono diventare un’alternativa pratica e a rischio sostanzialmente zero alla liquidità infruttifera. Un semestre passa in fretta e perlomeno ci guadagni qualcosa. E se anche dovessi avere la necessità di disinvestire prima, il rischio di prezzo a cui ti esporresti sarebbe molto contenuto, data la durata bassissima del bond.

Infine, molto positivo che il BoT a 6 mesi renda a premio così poco rispetto ai titoli tedeschi. Denota una capacità dell’Italia di accedere al mercato dei capitali molto elevata. I costi si alzano relativamente sul tratto medio-lungo, limitando la capacità del nostro Tesoro di consolidare il debito pubblico allungando di molto le scadenze.

[email protected]