Si è conclusa con ordini discreti l’asta per il collocamento dei Bot a 12 mesi di oggi. Il Tesoro ha collocato sul mercato tutti gli 8 miliardi di euro preventivati con una scadenza al 14 aprile 2025 (ISIN: IT0005592370). La domanda è stata di 10,64 miliardi, pari a 1,33 volte l’offerta. Il prezzo di aggiudicazione è stato di 96,524 centesimi, corrispondente a un rendimento del 3,533%. Al netto della ricevuta fiscale del 12,50%, scende al 2,919%. A marzo, il rendimento lordo esitato fu del 3,546%.

Asta Bot 12 mesi non aumenta i titoli in circolazione

Proseguono le emissioni di titoli di stato con l’asta mensile dedicata ai Bot a 12 mesi che il Tesoro ha annunciato che terrà mercoledì 10 aprile.

Per l’occasione saranno offerti al mercato 8 miliardi di euro di bond con scadenza in data 14 aprile 2025. La data di emissione è stata fissata per il prossimo 14 aprile, che sarà anche quella utile per effettuare il regolamento delle operazioni. Da quel giorno decorre il godimento della cedola, vale a dire che i titoli iniziano a fruttare gli interessi. Pertanto, essi avranno una durata iniziale di 367 giorni.

L’asta Bot a 12 mesi coincide con la scadenza in data 12 aprile di attuali Bot annuali in circolazione per un controvalore di poco superiore ai 9 miliardi. Questo significa che la massa dei titoli a breve termine sul mercato non aumenterà per effetto della nuova offerta; anzi, essa si ridurrà di circa 1 miliardo. Nel complesso, esistevano al 31 marzo scorso Bot per 125,552 miliardi. Le emissioni lorde dall’inizio dell’anno ammontano già a 48,5 miliardi. Per i titoli di stato a medio-lungo termine essi sono pari a 112,138 miliardi.

Emissioni del Tesoro in stato avanzato

Dai calcoli emerge che il Tesoro risulta già avere effettuato emissioni nette per una quarantina di miliardi, a fronte di un fabbisogno stimato in oltre 90 miliardi nell’intero esercizio. E’ in anticipo sulla tabella di marcia, avendo già incassato circa un terzo di quanto preventivato per i dodici mesi.

Con l’asta Bot a 12 mesi il programma compie un altro passo in avanti. E quale il rendimento che possiamo attenderci? A marzo, i titoli annuali hanno esitato un rendimento del 3,546%, a fronte di un prezzo di aggiudicazione di 96,53 centesimi.

Come sappiamo, l’asta di Bot a 12 mesi non prevede l’offerta di titoli con cedola. Il rendimento sarà determinato esclusivamente dalla differenza tra il valore nominale del bond alla scadenza (100) e il suo prezzo di emissione. In base alle attuali condizioni di mercato, ci aspettiamo che quest’ultimo si aggiri, similmente al collocamento di marzo, in area 96,50 centesimi. In altre parole, il rendimento risulterebbe di poco superiore al 3,50%.

Oro da record, inflazione resta alta

E’ una fase attendista sui mercati. Il prezzo dell’oro non fa che segnare record su record. Ha sfondato quota 2.330 dollari l’oncia, guadagnando solamente quest’anno il 13%. Un segnale non positivo per gli obbligazionisti, almeno formalmente. Infatti, il metallo tende a surriscaldarsi quando le aspettative d’inflazione salgono. Ma se ciò fosse vero, significherebbe che i rendimenti nei prossimi mesi non scenderebbero, ovverosia che le banche centrali non taglieranno i tassi di interesse come ci aspettiamo.

Può altresì essere vero il contrario, vale a dire che l’oro corra per scontare rendimenti obbligazionari in ribasso. Questa seconda interpretazione, tuttavia, risulta limitata dai dati macroeconomici. Negli Stati Uniti l’inflazione resta decisamente sopra il target del 2% fissato dalla Federal Reserve, mentre l’economia va bene e il mercato del lavoro versa ancora in piena occupazione. In Europa, a fronte di un’inflazione anch’essa sopra il target, l’economia si mostra stagnante. La Banca Centrale Europea (BCE) dovrebbe iniziare a tagliare i tassi a giugno, ma il ritmo dell’allentamento monetario potrebbe risultare più lento delle attese attuali.

Asta Bot 12 mesi in vista di opportunità più lontane

In conclusione, l’asta dei Bot a 12 mesi di questa settimana avviene in un contesto un po’ incerto. Che la BCE riduca il costo del denaro entro un paio di mesi lo stiamo dando un po’ tutti per assodato, ma questo è insito già nei prezzi dei bond. Il punto è che il mercato potrebbe avere fatto il passo più lungo della gamba. I futures prevedono attualmente meno di quattro tagli dei tassi entro l’anno per un dato cumulato inferiore ai 100 punti base o 1%. In una situazione siffatta, posizionarsi a favore dei titoli a breve può essere un modo per impiegare liquidità nell’attesa di cogliere opportunità future sul tratto lungo della curva. Opportunità che sembrerebbero allontanarsi di qualche mese in prospettiva. A meno che le condizioni dell’economia non vacillino in primavera, un fatto al momento imprevisto.

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